Al centro della riforma della sanità, che dal 2016 prevede un’Azienda Zero sulla quale concentrare la programmazione e l’attività amministrativa e la riduzione delle Usl dalle attuali 21 a 7, ci dev’essere la cura del malato. E quindi bisogna puntare non solo all’efficienza del sistema, cioè al risparmio economico, ma soprattutto all’efficacia, ovvero a un miglioramento nell’assistenza dei cittadini.
Lo ha sottolineato ieri Luigino Schiavon, coordinatore regionale del Collegio degli Infermieri, in commissione Sanità. «Dobbiamo rendere più capillari i servizi di prossimità, che sono irrinunciabili — ha detto — in particolare nelle zone a bassa densità abitativa. Solo la governance può essere stralciata dalle Usl per essere trasferita all’Azienda Zero, ma l’organizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari sia ospedalieri che territoriali va lasciata invariata». Gli infermieri concordano poi sul taglio delle Usl e propongono: «Eventuali economie derivanti dall’applicazione della riforma devono essere investite per migliorare i servizi sociosanitari, con particolare attenzione ai presidi territoriali e agli ambulatori di prossimità».
«Stiamo recependo le osservazioni più utili raccolte nelle varie audizioni — assicura Fabrizio Boron, presidente della commissione Sanità — e segnaleremo le correzioni più rilevanti al testo da licenziare. In particolare stiamo puntando l’attenzione su tre argomenti: la funzione programmatoria, che rimarrà al Consiglio regionale, la presenza e il ruolo del direttore del Sociale che dovrà essere confermato, e la rappresentatività della Conferenza dei sindaci. Il cui ruolo sarà sempre centrale e determinante nel dialogo con la nuova Azienda».
Intanto da Roma arriva un importante riconoscimento alla sanità veneta: nel corso della trasmissione «Porta a Porta» condotta da Bruno Vespa su Rai 1, che lunedì ha visto ospite il ministro Beatrice Lorenzin, è stato proposto un approfondimento su servizi, organizzazione e costi dell’Usl 15 Alta Padovana. Risultata la migliore d’Italia sulla base di uno studio condotto dal ministero della Salute. (m.n.m.)
Corriere del Veneto – 30 settembre 2015