di Cristina Giacomuzzo, dal Giornale di Vicenza. La riforma della sanità a firma governatore Luca Zaia entro il 2015 è ormai data per persa. Almeno quella nella versione integrale. L’ultima speranza, a detta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, sarebbe quella di concretizzarne almeno una parte: cioè, la riduzione del numero delle Ulss. «Staccare l’istituzione dell’Azienda zero per valutarla con calma potrebbe essere una soluzione agevole. Un tema su cui tutti, anche le opposizioni, si sono sempre dette concordi. Se riusciamo a chiudere nei tempi utili – sostiene Coletto – a gennaio si potrà andare a nomina dei nuovi direttori generali». E saranno 7 invece degli attuali 21 secondo i programmi del governatore. Conferma il presidente della commissione sanità, Fabrizio Boron (Lista Zaia): «Sulla riduzione delle Ulss convergono pure le opposizioni – spiega -. Quindi, è possibile accantonare la parte di legge sull’Azienda zero per riuscire, entro fine anno o poco più in là, a trovare la quadra su un percorso di fusione delle Ulss».
LA DIVISIONE Nella corsa alla riforma sanitaria la necessità di rallentare «è nata anche in considerazione del fatto che il Governo tende a impugnare qualsiasi norma che il Veneto approvi – motiva Boron -. Tanto vale a questo punto fare le cose con calma anche sul tema delle Ulss. Sì, perché in effetti è possibile non riuscire ad approvare il testo per fine anno. Stiamo valutando le ipotesi di commissariamento visto che le proroghe agli attuali direttori regionali delle aziende sanitarie non sembrano fattibili per legge».
Scadono con il nuovo anno i contratti dei 21 dg delle Ulss Venete. Nell’idea originale Zaia avrebbe voluto vedere approvato dal Consiglio entro fine anno il progetto di legge di riforma con l’istituzione dell’Azienda zero e la riduzione a 7 delle Ulss. Marte dì scorso però è andata in scena una riunione lampo della commissione che ha tolto le speranze: contestazioni di errori sul maxi emendamento della maggioranza e tensioni si sono susseguite, secondo voci di palazzo, anche nei giorni successivi tra il gruppo consiliare della maggioranza e il direttore della sanità regionale, Domenico Mantoan. Quel giorno Boron aveva preso al volo la proposta di Fracasso (Pd) di rinviare la discussione per avere un quadro illustrativo dei cambiamenti della riforma. Solo che poi l’argomento è sparito dall’ordine del giorno della commissione. E ora si parla di dividere in due il progetto di legge.
TESTO DA STRALCIARE Rientra nel capitolo “riduzione Ulss” anche un altro argomento che fa discutere in maggioranza: i policlinici. Sono stati presentati due emendamenti: uno di FI e l’altro del presidente Boron. È quest’ultimo a sottolineare che «è fiducioso del fatto che si troverà una sintesi in un nuovo testo». Ma è pur vero pericolosa». Stefano Fracasso è per la riduzione del numero delle Ulss, ma non secondo i criteri di Zaia. «Non vanno seguiti i meri confini geografici delle Province. Si deve partire dalle funzioni per arrivare ai nuovi confini delle Ulss e non viceversa. Il baricentro deve essere il territorio per trovare poi (a dimensione ottimale: è essenziale partire dall’analisi dei flussi». Sugli emendamenti dei policlinici Fracasso è scettico: «Se il finanziamento delle aziende ospedaliere rimangono a prestazione non credo sia un vantaggio inglobarli con le Ulss, altrimenti si dovrà cambiare. Insomma, c’è tanto da discutere. Zaia ha sbagliato previsione toccare la sanità vuoi dire affrontare un tema complesso e delicato».
Anche l’assessore FI, Elena Donazzan, sottolinea come «quell’emendamento era stato in realtà concordato con la maggioranza. Ma sia chiaro. Da parte di FI non c’è intenzione di fare forzature di sorta. La sintesi fa parte del dialogo politico. Si chiarisca come si vuole procedere». Coletto su questo è certo: «L’unica strada che la legge consente è quella di acquisire le strutture». Leggi: vale solo l’emendamento Boron.
Ma ridurre le Ulss non è così immediato non solo perché le opposizioni non sono in linea con l’idea di Zaia, ma anche perché il testo originale dovrà essere stralciato. Andranno abrogati tutti gli articoli sull’Azienda zero. E il rischio di fare pasticci è dietro l’angolo. E impensabile proporre un nuovo testo: l’iter partirebbe da zero facendo saltare il piano della maggioranza.
Il Giornale di Vicenza – 25 novembre 2015