Azienda zero meno forte e super distretti al posto delle 14 Usl «tagliate». I capigruppo di maggioranza hanno depositato oggi in V Commissione il maxi–emendamento al testo del progetto di legge 23 che prevede la creazione dell’Azienda zero e la riduzione del numero delle Ulss. Le modifiche alla riforma della sanità veneta da parte della maggioranza erano attese, dopo le molte criticità emerse dalle audizioni con le parti sociali e i sindaci che si sono tenute nelle ultime settimane in Commissione sanità. Il maxi-emendamento che andrà a modificare il testo già depositato, porta le firme dei capigruppo di maggioranza Silvia Rizzotto, Nicola Finco, Massimiliano Barison, Sergio Berlato e Antonio Guadagnini. “E’ stato scritto dopo aver ascoltato con attenzione le istanze arrivate dai territori” annunciano i firmatari. In particolare vengono riviste le finalità dell’Azienda Zero, ripristinata l’area sociosanitaria regionale e reintrodotta la figura del direttore del sociale. Pdl 23-nuovo testo integrato con le modifiche
Al centro della manovra resta l’Azienda Zero, che subentrerà alla segreteria Sanità e Sociale alla guida del settore, ma sotto il controllo della politica. Inoltre non spariranno il direttore dei Servizi sociali e nemmeno la Conferenza dei sindaci, ma si creerà un nuovo governo piramidale della sanità. Ai vertici giunta e consiglio regionali, cui resta il compito della programmazione; un gradino più sotto nascerà l’Area Sanità e Sociale, con il direttore dei Servizi sociali; al terzo livello l’Azienda Zero, con il suo direttore generale, che nominerà sì i tre componenti del Collegio dei revisori dei conti, ma uno sotto indicazione della giunta, uno scelto dal ministero della Salute e uno selezionato dal ministero dell’Economia; al quarto «piano» le nuove 7 Usl, ciascuna dotata di direttori generali, sanitario, amministrativo e dei Servizi sociali; all’ultimo le altre attuali 14 Usl, che spariranno come tali ma rimarranno in forma di Distretti. Ognuno con un proprio coordinatore, che si relazionerà con le Conferenze dei sindaci e i direttori del Sociale, così da mantenere un rapporto stretto con il territorio.
“Siamo soddisfatti – affermano i rappresentati della maggioranza – è stato fatto un importante lavoro di ascolto che ha visto coinvolte tutte le realtà della Sanità e del Sociale veneto, con particolare attenzione alle proposte che ci sono arrivate dagli amministratori locali”.
“Come già ribadito nelle scorse settimane in Commissione e negli incontri fatti sul territorio – continuano – confermiamo che la programmazione sanitaria resterà in capo al Consiglio regionale e alla Giunta, come d’altronde previsto dalla carta statutaria del Veneto. Per i cittadini non cambierà nulla rispetto agli attuali servizi, anzi, i risparmi ottenuti, che supereranno i 40 milioni di euro, potranno essere investiti per il miglioramento delle prestazioni e per l’abbattimento delle liste di attesa. Quanto all’Azienda Zero si occuperà tra l’altro degli acquisti centralizzati, del modello assicurativo del sistema sanitario regionale, dell’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie e della gestione del contenzioso sanitario. Resterà inalterato il ruolo della Conferenza dei Sindaci e la figura del Direttore servizi sociali”.
“Il maxi-emendamento – concludono i capigruppo di maggioranza – è stato scritto recependo le istanze dei territori. In Consiglio si lavorerà su un buon testo, che ha l’obiettivo di migliorare ulteriormente la già eccellente qualità della sanità veneta, soprattutto dal punto di vista delle gestione delle Ulss. Restiamo comunque disponibili, in sede di Consiglio, a valutare le proposte che arriveranno dalle minoranze, sicuri che il confronto produrrà un testo innovativo che semplificherà ulteriormente la sanità veneta, mantenendo inalterati i servizi al cittadino”.
“Le modifiche al Pdl 23, che istituisce l’Ente di Governance della sanità regionale-Azienda Zero, sono gravemente insufficienti e creano maggiore confusione”: il giudizio drastico è del consigliere regionale del Pd, Claudio Sinigaglia. “Viene infatti ripristinata – nel testo che abbiamo visionato – l’area socio sanitaria regionale che avrà un suo direttore che entrerà in conflitto con il direttore dell’Azienda Zero. Quest’ultima ha subito alcune modifiche di facciata, ma sostanzialmente governerà le altre Ulss, più che essere al loro servizio. La nostra proposta prevede invece un accordo quadro tra le Ulss per raggiungere gli stessi obiettivi dell’Azienda Zero, senza però creare un altro carrozzone aziendale”.
Nella sua dichiarazione Sinigaglia osserva quindi che “viene attivato un altro servizio ispettivo per la Giunta: a cosa serve? Luca Zaia non nomina i direttori generali? Viene infine resuscitato il direttore del sociale, coadiuvato da coordinatori per ogni ex Ulss, ma l’integrazione socio sanitaria si ottiene solamente se il finanziamento è ripartito tra le ex Ulss e non a livello provinciale, oppure se l’atto aziendale si conforma alle ex Ulss e non a livello provinciale. Infine – conclude l’esponente del Pd – il piano di zona, che programma i servizi sociali e socio sanitari, deve configurarsi a livello di ex Ulss e non a livello provinciale”.
Dure contestazioni sul metodo adottato arrivano dai consiglieri Cinquestelle: “La maggioranza deposita gli emendamenti in Quinta commissione e li rende pubblici presentandoli alla commissione solamente a seduta conclusa. E per di più via mail: durante la seduta odierna la maggioranza non ha portato infatti all’attenzione dei consiglieri alcun documento”.
Continuano: “I componenti della Quinta Commissione sono stati informati via mail dell’emendamento alle 14.35, ben oltre la fine della riunione. La maggioranza ha inviato un comunicato stampa meno di un’ora dopo, pur sapendo che ben pochi consiglieri avrebbero potuto leggere e verificare nel frattempo il contenuto dell’emendamento”.
“Il vero progetto di legge 23 sta iniziando ad assomigliare allo Yeti – sottolinea Jacopo Berti, capogruppo 5Stelle – tutti ne parlano, ma nessuno lo hai mai visto. La Lega nasconde fino all’ultimo ai cittadini il loro destino, quello della loro sanità e dei loro soldi”. “Ci hanno fatto fare mesi di lavoro per poi proporre qualcosa di completamente diverso, che nessuno conosce – continua il capogruppo del Movimento 5 Stelle – la politica, quella seria che piace a noi, si fa dibattendo e discutendo con maturità, confrontandosi nei temi e non nascondendo fino all’ultimo le carte, come fanno i bambini, per estrarle a sorpresa sperando di passarla liscia. E loro sperano di farla franca senza dare il tempo e il modo ai veneti di rendersi conto di cosa sta succedendo sulla loro pelle”.
27 ottobre 2015 (a cura Ufficio stampa Sivemp Veneto)