Rappresentanze sindacali sanitarie, associazioni di cittadini e di comuni: questi sono stati i protagonisti dell’odierna seduta della Quinta Commissione-Sanità in Consiglio Regionale presieduta da Fabrizio Boron. In particolare sono apparsi rilevanti – tra gli altri – i documenti presentati da Giancarlo Piva, sindaco di Este, intervenuto a nome dell’Anci (vista l’impossibilità ad essere presente della presidente Maria Rosa Pavanello) e di Giuseppe Ciucciù, responsabile regionale del Tribunale per i diritti del malato-CittadinanzAttiva.
Il primo ha illustrato un documento in tre pagine nel quale si chiede di poter ottenere uno studio di fattibilità “che includa l’analisi dei costi, dei benefici, dei flussi di mobilità nonché la configurazione dei nuovi atti aziendali”. L’Anci Veneto, poi, nel documento presentato in Commissione ha sottolineato che la figura del direttore dei servizi sociali deve essere assicurata e mantenuta, mentre sul dimensionamento delle nuove Ulss, ha ritenuto “ottimale la perimetrazione di aree di circa 350-400mila abitanti”, con una creazione – ha affermato Piva – di 12Ulss finali, oltre alle tre rappresentate da aziende ospedaliere di Padova e Verona, e Iov.
I consiglieri tosiani Giovanna Negro e Andrea Bassi, componenti della Commissione Sanità, commentano assieme ai colleghi Maurizio Conte e Stefano Casali le proposte di modifica del Direttivo Anci Veneto al Progetto di Legge n. 23 che prevede l’istituzione dell’Azienda Zero quale ente di governance della sanità regionale. “Luca Zaia ieri si è detto preoccupato – proseguono i consiglieri – per la corrente di neo centralismo partita da Roma, una corrente che è pronto a contrastare ‘facendo gli amministratori delegati del territorio’. Ma allora – si chiedono i quattro – dov’è la coerenza se ora il Governatore vuole commissionare tutti gli enti strumentali e accentrare la sanità veneta nell’azienda Zero? Dove sono gli amministratori delegati?”. “La relazione dell’Anci – aggiungono i tosiani – portata questa mattina in Commissione Sanità spiega come la creazione di aziende Ulss estremamente ampie, come previsto dal Pdl n.23, comporta la rottura di questo rapporto tra i vertici della gestione sanitaria e il territorio, con ricadute negative sui cittadini-utenti”
“Si evidenzia inoltre nella relazione – proseguono Conte, Bassi, Negro e Conte – come il sistema sanitario regionale fino ad oggi abbia portato ad ottimi risultati in termini di efficienza/efficacia con la forte integrazione ospedale-territorio, supportata da uno stretto rapporto tra vertici Ulss e Sindaci (Conferenza dei sindaci). L’Anci sottolinea anche la mancanza di un adeguato studio di fattibilità organizzativa del nuovo modello. E afferma che l’Azienda Zero non deve avere compiti di Programmazione e Controllo che invece restano in carico alla Direzione Generale Sanità e Sociale, organo tecnico dell’assessorato alla Sanità e al Sociale nonché del Consiglio Regionale”.
E ancora si legge nell’ultima parte della relazione: “Quando si dice che questa riforma del sistema consentirà tagli della spesa senza tagli ai servizi, non si presta sufficiente attenzione ai servizi del territorio, che saranno necessariamente ridotti e tagliati. Con l’eliminazione della Direzione dei servizi sociali (della quale non si capisce la ragione o i vantaggi economici finanziari) verrebbe meno la peculiarità propria del SSR Veneto caratterizzato da una forte integrazione socio-sanitaria. In tale scenario il Comune dovrebbe versare dei contributi all’Azienda Ulss senza avere nessun controllo sull’operato e sui livelli di assistenza erogati ai propri cittadini e il ruolo della Conferenza dei Sindaci viene ad essere totalmente sminuito. La figura del direttore dei servizi sociali deve essere mantenuta”.
Di segno meno negativo l’intervento in Commissione di Giuseppe Ciucciù, per il Tribunale dei Diritti del malato, che ha esordito con un giudizio “sostanzialmente positivo” verso il Pdl23, “soprattutto per la capacità di pensare in termini di aggregazioni di territori, perché l’aggregazione tra Ulss genera risparmi”. L’associazione dei consumatori ha poi sottolineato comunque alcuni punti critici: “ci fa paura il rischio di abbattimento del livello delle prestazioni che di solito accompagna le riforme strutturali e inoltre non ci pare che 60milioni di risparmi – questo è quanto comunicato recentemente dall’assessore Coletto – siano un risultato eccezionale”. Il Tribunale per i diritti del malato ha assicurato che sarà suo obiettivo quello di continuare a monitorare, anche in presenza dell’Azienda Zero, la qualità dei servizi erogati. Inoltre l’associazione ha chiesto che la società civile possa essere ben rappresentata all’interno “di un organismo terzo, in grado di valutare, controllare e partecipare al buon funzionamento della nuova azienda regionale”.
A questo punto, come comunicato dal presidente Boron all’inizio della seduta, nel programma di audizioni della Quinta Commissione mancano ormai pochi soggetti: la prossima settimana dovrà essere audita tra le altre realtà anche Federsanità.
Fonte: Consiglio regionale del Veneto – 14 ottobre 2015