Riforma sulla sanità avanti, tutta? Macché. Ieri la commissione ha lavorato per neppure due ore. Poi è stato deciso di rinviare tutto a martedì. Motivo? Serve ritrovarsi con uno schema chiaro, e soprattutto corretto, per capire quello che si realizzerà con la “rivoluzione sanitaria” che ha annunciato il governatore Luca Zaia: riduzione delle Ulss e Azienda zero.
Ma tra l’averla in mente e poi scriverla c’è di mezzo, appunto, la commissione che deve analizzare il progetto di legge e prendere in esame anche il maxiemendamento della maggioranza. Vanno valutati gli altri progetti di legge, presentanti da Pd e M5s, e molti altri emendamenti. Un lavoro che ieri doveva entrare nel vivo con discussione e votazioni degli articoli. Ma qui sono iniziate le incomprensioni in maggioranza e persino tra la “versione” dell’assessore alla sanità, Luca Coletto, e quella del direttore generale della sanità, Domenico Mantoan, che erano presenti, insieme all’assessore al sociale, Manuela Lanzarin.
Sì, perché il primo andava sostenendo che l’Azienda Zero altro non è che «una Ulss», mentre per il secondo non era proprio così. Anche i testi messi a confronto tra la legge originaria e quella modificata dalla maggioranza erano discrepanti rispetto a quello che si voleva realmente intendere. Tutta colpa, si preciserà poi, di un errore nella trascrizione della sintesi data ai consiglieri. Intanto, l’imbarazzo ha permesso di aprire una falla dove si sono inserite le opposizioni che hanno denunciato le incongruenze. E ce n’erano più di una.
IL LODO. «È stato sufficiente mettere sul tavolo i quesiti cruciali di questo provvedimento per smascherare il caos totale di questa proposta di legge e mandare in tilt la maggioranza – denuncia Stefano Fracasso (Pd) -. Non sono riusciti a stabilire con chiarezza cosa sia l’Azienda Zero: una nuova Uiss? Un nuovo ente della Regione? Anche sulla figura del direttore del sociale c’è confusione: in un articolo viene previsto ed in un altro viene abrogato. Persino sul numero delle Uiss c’è divisione con una proposta a firma Lega e un’altra di FI». Continua Jacopo Berti (M5s): «La maggioranza non è stata in grado di spiegare gli emendamenti che i suoi stessi esponenti avevano scritto e proposto. Ed è la stessa scena che abbiamo visto la settimana scorsa. C’erano degli errori. Li avevamo sottolineati. E oggi? L’assessore legge un testo sbagliato. Così muore l’Azienda zero. Sì, perché solo con un’incredibile forzatura sui tempi si riuscirà a rispettare il termine imposto dal governatore: approvare la legge entro fine anno».
Marino Zorzato (Ap) è critico: «C’è tanta confusione e l’impressione è che ci si sia impantanati per colpa della maggioranza stessa». Forse la fretta, forse la mancanza di dialogo tra chi ha preparato tecnicamente il progetto di legge originale e chi ha definito l’emendamento. E sulla differenza tra i due testi di maggioranza va all’attacco anche il tosiano Andrea Bassi. È Fracasso a offrire una via di uscita: «Ho chiesto di avere un quadro di sintesi per capire concretamente cosa cambierà con la riforma: non si possono improvvisare scenari organizzativi che rischiano di scompaginare l’intero sistema».
SINTESI. Proposta accolta dal presidente di commissione, Fabrizio Boron: «Ma sia chiaro; non c’è discordanza tra direttore e assessore. C’è stato un mero errore nel riportare il testo dell’emendamento. L’Azienda zero? Sarà un “ente del servizio sanitario regionale”». In questa settimana verranno quindi eliminati i riferimenti agli articoli della legge sulle aziende speciali e gli errori messi in evidenza dall’opposizione. «E si dovrà anche arrivare ad una sintesi tra le due proposte sul futuro dei policlinici – conclude – presentate da Lega e dal forzista Massimiliano Barison. Difficile ipotizzare che si possa fermare l’iter perriascoltare i sindaci, così come la proposta di Fi richiederebbe. Ma sono ottimista. Se l’opposizione si dimostra collaborativa e non farà strumentalizzazione, si potrà arrivare all’approvazione nei tempi previsti». ·
Il Giornale di Vicenza – 18 novembre 2015