Azienda zero. Tosi, Berti (M5S) e Ruzzante (Pd) dicono no all’accentramento della gestione: «La riforma non ha consensi, Zaia la ritiri». In preparazione una nuova versione del pdl?
«Azienda Zero perché ha ricevuto zero consensi, neppure gli amministratori di centrodestra o della Lega si sono pronunciati a favore; se ora il governatore Zaia ha cambiato idea, ritiri il provvedimento e si riparta dall’inizio»: parole di Piero Ruzzante, vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, al dibattito sulla sanità promosso dalla Fp Cgil a Mestre. «Noi non siamo contro la possibilità di riforma», aggiunge il dem «ma contro questa riforma: abbiamo proposto un’alternativa, che accentra e razionalizza la gestione senza trasformare la sanità in un’ azienda estranea e senza dimenticare il legame con il sociale».
Al confronto, voluto per riunire le voci contrarie al progetto di legge sostenuto dalla Giunta regionale – «I lavoratori vogliono fare sentire la loro voce nel campo della salute», ha detto Daniele Giordano, dirigente cgiellino – ha partecipato anche Flavio Tosi, sindaco di Verona e leader della Lista omonima: «La riforma della sanità va completamente rivista, ci sono poche idee e ben confuse: Azienda zero, per come è stata concepita, è uno strumento pericoloso, che sottrae al Consiglio regionale la competenza sulle spese sanitarie, sulle assunzioni e sulla pianificazione, che invece dovrebbero restare sotto il controllo di chi risponde direttamente alla cittadinanza». «Razionalizzare i costi è essenziale», concede Tosi «ma lo si può fare agendo sui servizi differenziati, equilibrando le proporzioni nei compensi tra personale amministrativo e sanitario nelle diverse Ulss, regolarizzando gli acquisti di materiali, non certo devastando un sistema considerato eccellente».
Altrettanto pungente l’opinione di Jacopo Berti, capogruppo del M5S a Palazzo Ferro-Fini e vicepresidente della commissione sanità, che peraltro da per certa una revisione della legge: «Accentrare otto miliardi e mezzo di euro nelle mani di una sola persona a capo dell’Azienda Zero, è follia, anche se la scelta cadesse su un manager onesto, in futuro sarebbe facile precipitare nell’abuso, in Veneto ne abbiamo già fatto esperienza con il Mose e il Consorzio Venezia Nuova». Berti guarda invece con favore alla riduzione delle Usl, ma solo se attuata attraverso i criteri demografici e non seguendo i confini delle vecchie province: «Equivarrebbe a mantenere in vita, attraverso la sanità, un ente che ci siamo tanto impegnati a cancellare».
Eppure la marcia indietro, potrebbe essere dietro l’angolo secondo Berti e Ruzzante (Pd). «Pare proprio che Zaia abbia deciso di ripresentare il disegno di legge regionale – dice Berti – in una versione più morbida». «Se Zaia ha cambiato idea – ironizza Ruzzante – ritiri il provvedimento. L’ha già fatto di recente con l’ipotesi di utilizzo di suoli agricoli per centri commerciali e anche quando l’abbiamo beccato con le mani nella marmellata visto che voleva 16 nuove unità nelle segreterie degli assessorati».
A portare le istanze dei territori più disagiati era presente il sindaco di Belluno Jacopo Massaro: «E’ il colmo questo colpo di mano centralista da chi predica federalismo. Lo spostamento dei centri direzionali non genererà economia».
27 ottobre 2015