Bankitalia, Visco: l’aumento tasse frena crescita. Snellire Cda banche
L’innalzamento della pressione fiscale non è compatibile con una crescita sostenuta e l’inasprimento «non può che essere temporaneo».
Gli spread alti sono una fonte di rischio per la stabilità finanziaria, ma anche «un ostacolo alla crescita» e pesano negativamente sul Pil per l’1% annule. Le prime considerazioni finali di Ignazio Visco come governatore della Banca d’Italia all’assemblea dei partecipanti giungono in un momento non facile, con la crisi del debito sovrano ancora irrisolta e il differenziale tra titoli tedeschi e Btp oltre 460 punti. Il Governatore ha sottolineato che senza un’unione politica europea più forte l’euro è a rischio. Serve, inoltre, una governance bancaria più agile, con meno costi e meno amministratori. L’uscita dalla crisi non sarà breve. «Tirarci fuori dallo stretto passaggio che attraversiamo impone costi a tutti. Sono costi sopportabili se ripartiti equamente e con una meta chiara». In Italia c’era urgenza di due azioni di politica economica obbligate, ha sottolineato il Governatore: «mettere il bilancio pubblico su una dinamica sostenibile e credibile; rianimare la capacità di crescita dell’economia attraverso incisive riforme strutturali. Il
governo le ha intraprese entrambe».
Recupero dell’evasione e tagli di spesa
Per il Governatore «la sfida si sposta: occorre trovare, oltre a più ampi recuperi di evasione, tagli di spesa che compensino il necessario ridimensionamento del peso fiscale. Se accuratamente identificati e ispirati a criteri di equità, i tagli non comprometteranno la crescita; potranno concorrere a stimolarla se saranno volti a rimuovere inefficienze dell’azione pubblica, semplificare i processi decisionali, contenere gli oneri amministrativi. I margini disponibili per ridurre il debito anche con la dismissione di attività in mano pubblica vanno utilizzati pienamente».
Gli spread alti ostacolano la crescita
Gli spread a livelli alti non solo sono «una fonte di rischio per la stabilità finanziaria», ma anche «un ostacolo alla crescita» e pesano negativamente sul Pil per l’1% annuo, rileva il Governatore di Bankitalia. Il numero uno di via Nazionale spiega che «i differenziali attuali di rendimento dei titoli pubblici alimentano ulteriori squilibri determinando una redistribuzione di risorse dai paesi in difficoltà a quelli percepiti più solidi; impediscono il corretto operare della politica monetaria unica; sono fonte di rischio per la stabilità finanziaria, un ostacolo alla crescita».
Un 2012 all’insegna della recessione
Il 2012 sarà segnato dalla recessione per l’Italia ma la ripresa è possibile dalla fine dell’anno, ha detto il governatore.
Il Sole 24 ore – 31 maggio 2012