E’ iniziato ieri mattina davanti al giudice di pace di Rovigo il processo a carico dell’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan. La 41enne di Bassano del Grappa, esponente del centrodestra (Forza Italia per il Veneto), deve difendersi dalle accuse di ingiuria e diffamazione nei confronti di un’altra donna impegnata in politica, ma col centrosinistra, ovvero il presidente della Provincia, Tiziana Virgili (Pd).
Il «casus belli» per il quale la Donazzan si ritrova davanti al giudice di pace risale al 7 maggio 2010, in piena epoca di trattative serratissime per il salvataggio della «Grimeca Spa» di Ceregnano. Sul piatto c’era il mancato pagamento degli stipendi di aprile per gli allora 840 operai dell’azienda metalmeccanica, le trattative con la Cassa di Risparmio del Veneto per dar vita a un nuovo protocollo che permettesse di anticipare i soldi e per un maxi-prestito da 35 milioni di euro per il rilancio dell’azienda, poi mai arrivato, da un pool di banche.
Un clima incandescente, che aveva indotto il neonominato assessore della giunta Zaia a spedire un pesante fax alla Virgili. Nel documento la Donazzan aveva espresso forti critiche nei confronti del presidente della Provincia di Rovigo, a suo dire non sufficientemente «professionale» e all’altezza di quella sfida per il salvataggio e rilancio della più grande impresa polesana. Il fax poi era stato inoltrato alla proprietà della «Grimeca Spa» e alle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, anch’esse coinvolte in prima linea su quella delicata vertenza.
Sentendosi ingiuriata dal fax a lei indirizzato a palazzo Celio e diffamata perché questo era stato girato anche agli imprenditori e ai vertici regionali del sindacato, Tiziana Virgili aveva querelato Donazzan. Ieri c’è stata la prima udienza col tentativo di prammatica, non andato a buon fine, del giudice di pace di comporre bonariamente la vertenza, prima che il processo vero e proprio iniziasse.
Antonio Andreotti – Corriere del Veneto – 1 marzo 2014