La polemica. Con il presidente Luca Chenet, la Confcommercio lancia un’accusa precisa. Dito puntato sul proliferare di eventi di ogni genere “per fare cassa”. «Non sempre rispettano norme che dovrebbero valere per tutti»
Bassano. I commercianti di Bassano dichiarano guerra alle sagre. Secondo la Confcommercio cittadina, le feste che da millenni allietano le serate estive dei paesi della zona starebbero proliferando in maniera incontrollata, con l’obiettivo di “fare cassa”, Oltre alle tradizionali sagre paesane, infatti, i commercianti lamentano che negli ultimi anni s’è affermata la tendenza a dare vita agli avvenimenti più disparati: feste della birra e dello sport, raduni di ogni tipo e celebrazioni basate su qualsivoglia specialità culinaria. L’aumento dell’offerta paesana va, secondo loro, a nuocere gravemente sulle attività ristorative del Bassanese Luca Maria Chenet, presidente della Confcommercio Bassano, non evita a definirla una vera e propria concorrenza sleale. «Già la situazione economica che dobbiamo affrontare è pesante – spiega – in più ci troviamo a dover fare i conti con il sorgere di feste di ogni tipo che ci stanno mettendo in grave difficoltà. Il problema è che le sagre richiamano molta gente, togliendo di fatto clienti alle attività di ristorazione. Una diminuzione che, secondo Fiorenzo Zanon, vicepresidente dei ristoratori bassanesi, andrebbe ad intaccare anche la possibilità dei ristoratori di assumere personale estivo. «Se la gente va alle sagre, di conseguenza non va più nei locali, perciò bar e ristoranti hanno meno bisogno di personale – afferma – C’è tutto un esercito di studenti che d’estate cerca lavoro, ma le varie attività, anche a causa delle varie sagre, non riescono più ad assumere». C’è poi la questione del rispetto delle normative da parte dei comitati organizzatori, che causerebbe la “concorrenza sleale” denunciata dai commercianti. «Non attacchiamo le sagre in sé – spiega Riccardo Celleghin, direttore della Confcommercio – Fanno parte della nostra tradizione. Poiché siamo tutti inseriti in una normativa di mercato europea, però, chiediamo che anche loro si adeguino ai parametri tecnici e tributari». Secondo i commercianti, alcune feste non rispetterebbero quei vincoli che sono obbligatori per installare attività di somministrazione di alimenti e bevande. Celleghin ha elencato alcuni di questi parametri, precisando però che probabilmente non vengono rispettati soprattutto nelle sagre più piccole. «Si va dalla sicurezza alimentare – spiega Celleghin – alle dichiarazioni di conformità dell’impianto elettrico. Il personale impiegato nelle sagre, inoltre, deve aver svolto dei percorsi formativi. C’è poi tutta la questione dei pagamenti delle imposte comunali sulla pubblicità, le relazioni previsionali di impatto acustico e il rispetto della normativa di smaltimento dei rifiuti speciali, che queste attività producono».
Il Giornale di Vicenza – 8 agosto 2012