Lo rileva la Corte dei conti che segnala per il 2014 un avanzo di 9,6 mln. Ma per i giudici contabili è “necessario proseguire con scelte gestionali di contenimento dei costi e di sviluppo dell’attività convenzionale, che consentano all’Istituto di far fronte anche ad eventuali ulteriori limitazioni dei finanziamenti pubblici, dai quali, allo stato, resta ancora quasi totalmente dipendente”.
Segno ‘più’ per i conti dell’Istituto superiore di sanità nel 2014 anche se resta sostanzialmente costante l’indice di dipendenza finanziaria dalle pubbliche contribuzioni che supera il 90% in quanto le risorse proprie dell’Istituto non raggiungono il 10% delle entrate. È quanto rileva la Corte dei conti nella sua determina sui conti dell’Istituto superiore di Sanità per gli anni 2013-2014 evidenzia anche come “andrebbero potenziate le entrate connesse alla ‘vendita di beni e prestazioni di servizi’”
“L’Istituto Superiore di sanità – si legge nel documento della Corte – , nel biennio in esame, ha proseguito nella sua opera di ausilio e supporto del Servizio Sanitario Nazionale e svolgendo attività di ricerca scientifica. Nel corso dell’esercizio 2014 – a seguito del disavanzo di competenza verificatasi negli esercizi finanziari 2011 e 2012 e confermata anche nell’esercizio finanziario 2013 – con provvedimento del 10 luglio 2014 il Ministro della salute, di concerto con quello dell’economia e delle finanze, ha disposto il commissariamento dell’Istituto. In data 8 luglio 2015 alla scadenza dell’incarico commissariale è stato nominato il nuovo presidente”.
“L’Istituto – rileva la Corte – nel 2014 ha indirizzato la sua azione al riequilibrio economico-finanziario, i cui effetti saranno pienamente valutabili a decorrere dall’esercizio 2015. In particolare l’ente ha ridefinito alcune procedure legate alla propria attività che incidevano sulle entrate: è stato aggiornato il tariffario dei servizi resi a terzi; si è dato rilievo al cd. overhead, ossia la percentuale di rimborso di una quota di spese generali sostenute dall’ISS e sono stati istituiti tre gruppi tecnici al fine di migliorare l’azione dell’istituto”.
Per quanto attiene ai profili gestori l’Istituto si “è adeguato alla normativa sull’armonizzazione contabile a decorrere da 1 gennaio 2014. Gli andamenti nel biennio appaiono suscettibili di differenziata valutazione, a seconda che si riguardino sotto il profilo finanziario ovvero economico-patrimoniale. Sotto l’aspetto finanziario, si trae, quale dato di rilievo, il disavanzo finanziario nel 2013 per euro 2.759.810 (-4.348.057 nel 2012), recuperato nell’esercizio 2014 che ha chiuso con un avanzo di 9.627.265 euro”.
Ma la Corte evidenzia anche come “resta sostanzialmente costante l’indice di dipendenza finanziaria dalle pubbliche contribuzioni che supera il 90% in quanto le risorse proprie dell’Istituto non raggiungono il 10% delle entrate. Andrebbero, pertanto, potenziate, a giudizio della Corte dei conti, le entrate connesse alla “vendita di beni e prestazioni di servizi” costituite principalmente dalle somme derivanti dai servizi a pagamento resi a terzi, che invece subiscono una contrazione: sono pari a 5,9 milioni di euro nel 2012 e a 5 milioni nel 2013, mentre nel 2014 si assiste ad una lieve ripresa sostanziandosi in 5,3 milioni di euro”.
Per quanto riguarda il patrimonio “rispetto al 2012 (78,4 milioni di euro) quello netto dell’Istituto è andato diminuendo: al 31 dicembre 2013 è pari a 73,6 milioni (-6,1%) e al 31 dicembre 2014 si attesta a 68,6 milioni di euro, in decremento rispetto al precedente esercizio (-6,8%). Per entrambi gli anni tale decremento è dovuto al combinato effetto del negativo risultato economico di esercizio e della riduzione della voce “contributi in conto capitale” conseguente alla sterilizzazione degli ammortamenti. Negli anni in esame l’avanzo di amministrazione è stato pari a 32,6 milioni di euro al 31/12/2013 (contro i 27,4 milioni di euro nel 2012) e pari a 46,5 milioni di euro al 31/12/2014”.
La Corte sottolinea poi come “permane il fenomeno dei residui attivi e passivi che si attestano ancora su un volume elevato al termine dell’esercizio 2014, anche se è doveroso dare atto della significativa diminuzione degli stessi da parte dell’ente, rispetto agli anni precedenti ed inoltre per la prima volta nel 2014, rispetto agli esercizi pregressi, la consistenza della cassa (41.418.172 euro) risulta superiore a quella dei residui passivi. Sotto il profilo economico, mentre l’esercizio 2012, ha chiuso con un avanzo economico di 46 mila euro, gli esercizi 2013 e 2014 chiudono entrambi con una perdita d’esercizio rispettivamente di 3,80 milioni di euro e 3,90 milioni di euro a causa principalmente della diminuzione dei ricavi derivanti dai trasferimenti a copertura di spese correnti (passati dai 110 milioni di euro del 2012 ai 105,9 del 2013 e ai 104,2 del 2014) e del significativo decremento della voce “variazioni delle rimanenze di lavori in corso di esecuzione” legate all’attività convenzionale dell’ente”.
Inoltre ha inciso “negativamente, per il solo esercizio 2014, un accantonamento di 2,3 milioni di euro a copertura di oneri derivanti da controversie giudiziarie riferite ad anni precedenti ma non iscritte in bilancio. In diminuzione i costi della produzione passati dai 175,1 milioni di euro del 2012 ai 164,2 milioni di euro del 2013 (-6,2%) per attestarsi nel 2014 su 160,5 milioni di euro (-2,2%, rispetto al 2013). Segnale, questo, evidente dell’azione dell’ente, diretta a ridurre i costi sostenuti per l’acquisizione di beni e servizi, attraverso il monitoraggio delle procedure di approvvigionamento e delle procedure per gli acquisti centralizzati”.
Per quanto riguarda il personale “nel periodo in considerazione, il personale a tempo indeterminato, ha avuto un decremento della consistenza numerica pari a 14 unità per il 2014 rispetto al 2013. Tuttavia il costo retributivo (esclusi gli oneri sociali) registra solo una modesta flessione pari al –0,8 % (da 65 milioni di euro a 64,5). Tale variazione della consistenza numerica è la risultanza di 22 cessazioni (5 Dirigenti di ricerca, 7 Primi Ricercatori, 2 Ricercatori, ecc.) e di 8 assunzioni intervenute nel corso del 20147 . Invece tra il 2012 ed il 2013 vi è un lieve incremento del costo retributivo pur in presenza di un decremento di 8 unità della consistenza numerica del personale a tempo indeterminato. Per il personale a tempo determinato, salito a 463 unità nel 2013 (dalle 412 del 2012) e arrivato a 470 nel 2014 si registra un costo retributivo (esclusi gli oneri sociali) di 16,1 milioni nel 2014, superiore (6,6%), in valore assoluto, al costo del 2013 (15,1 milioni). Il costo medio unitario del complesso del personale sale del 2% circa nel 2014 rispetto al precedente esercizio”.
“In conclusione – afferma la Corte dei conti – , l’esame delle risultanze gestionali complessive ed in particolare della gestione caratteristica porta a ritenere necessario proseguire con scelte gestionali di contenimento dei costi e di sviluppo dell’attività convenzionale, che consentano all’Istituto di far fronte anche ad eventuali ulteriori limitazioni dei finanziamenti pubblici, dai quali, allo stato, resta ancora quasi totalmente dipendente”.
L.F. – Quotidiano sanità – 13 ottobre 2015