Raggiunto mercoledì il picco massimo della tensione, col rischio serio, serissimo, che il bilancio finisse a carte quarantotto, i 9 gruppi che compongono la caleidoscopica maggioranza in Regione hanno realizzato che così non si poteva andare avanti (non a due mesi dal voto, con l’elettore attonito a bordo rissa) e arrivati sull’orlo della crisi, politica e di nervi, hanno iniziato ieri una timida retromarcia che potrebbe concludersi oggi con la scrittura del maxi emendamento e la prossima settimana con l’approvazione della manovra attesa da tre mesi.
L’assessore (leghista) al Bilancio Roberto Ciambetti sospira: «Sta tornando il sereno» e il vice governatore (alfaniano) Marino Zorzato si dice «fiducioso» che si possa finalmente chiudere ma nel pirotecnico confronto in aula continuano a riproporsi scontri d’ogni tipo, tutti interni alla maggioranza. Come quello sulla delibera voluta dal governatore Luca Zaia in persona, pare su insistenza del sindaco di San Donà di Piave Andrea Cereser, che ha bloccato l’applicazione delle nuove schede ospedaliere nell’Usl 10 Veneto Orientale, ossia la suddivisione del polo chirurgico e del polo medico tra Portogruaro e San Donà, in previsione della costruzione dell’ospedale unico (per cui sono stati stanziati appena 3 milioni, giusto per l’acquisto dei terreni). Il presidente (forzista sponda Fitto) della commissione Sanità Leonardo Padrin è insorto: «Perché in quella Usl le schede si bloccano e in altre no? Perché allora non si bloccano a Trecenta, come chiede Pettenò? La programmazione sanitaria spetta al consiglio, non alla giunta e neppure al governatore, per cui siccome quella delibera per diventare operativa ha bisogno del parere obbligatorio della mia commissione, io annuncio fin d’ora voto contrario». In campagna elettorale, si sa, la regola del sospetto la fa da padrone ma quel che stupisce è che pure il capogruppo della Lega Federico Caner si è schierato con Padrin, annunciando voto contrario «per coerenza rispetto ad una linea che si è deciso di adottare in tema di programmazione. La delibera va modificata». Lega contro Zaia, dunque, e per una volta i «tosiani» non c’entrano affatto. «Mi pare che l’episodio sia stato un po’ enfatizzato – ha chiosato l’assessore alla Sanità Luca Coletto – comunque ho invitato il capogruppo a chiarirsi col presidente». E di chiarimenti, ieri, ce ne sono stati parecchi sulla sanità, diventata arma di ritorsione nella battaglia per gli emendamenti che dovrebbero spostare un po’ di milioni di qua e di là. Resta ancora in piedi l’ipotesi di riduzione delle Usl da 21 a 7, mentre sono stati accantonati la proposta di ristrutturazione dell’ospedale di Padova in attesa dell’avvio del cantiere del nuovo policlinico, il riconoscimento di nuove patologie come la fibromialgia tra i livelli essenziali di assistenza e l’introduzione di misure di contrasto al gioco patologico. Sono invece stati approvati un contributo di 250 mila euro per il Centro regionale per l’invecchiamento cerebrale che cura i malati di Alzheimer e le demenze senili (il proponente, Diego Bottacin, aveva chiesto un milione), 15 mila euro per l’assistenza pediatrica dei figli delle donne recluse in carcere, 100 mila euro per i corsi nelle scuole per diffondere le manovre salvavita di rianimazione, 50 mila euro a favore della Fondazione per la ricerca sulle malattie del pancreas. Non è invece passata, dopo una bagarre in aula, la proposta (sempre di Bottacin) di stanziare 650 mila euro per garantire assistenza odontoiatrica e cure protesiche ai detenuti. E mentre Ciambetti continua a lavorare sul maxi emendamento, senza nuove previsioni di entrata (né vendite di immobili né altre tasse dunque), cominciano a delinearsi i primi capitoli destinatari dei «rinforzi». Ripascimenti e smaltimento dei detriti sulle spiagge, Statale 10 e Nuova Valsugana, Arpav e nuovo ospedale di Padova (la terza tranche da 50 milioni), esenzione Irap per le scuole d’infanzia paritarie, sicurezza privata (5 milioni per la videosorveglianza nei condomini e nella case isolate), diabetici e assistenza per i disabili sensoriali (che in mattinata hanno sonoramente protestato davanti al Ferro Fini).
Marco Bonet – Il Corriere del Veneto – 27 marzo 2015