Il dibattito Zaia in aula: «Democrazia da ritarare, noi sepolti dalle carte». L’accordo è stato trovato ieri mattina, in un vertice di maggioranza che ha visto protagonisti l’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti ed i capigruppo a pochi minuti dall’avvio della discussione in aula.
Ora si tratta di chiudere sul voto, dopo la mediazione di rito con l’opposizione, ma non sembrano esserci dubbi sul fatto che la partita dei conti della Regione si chiuderà entro venerdì, come previsto. E ci mancherebbe altro: delle grandi Regioni benchmark d’Italia, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, il Veneto è l’ultima a licenziare la manovra che la legge vorrebbe approvata entro il 31 dicembre.
Confermato lo stanziamento da 150 milioni in 3 anni per il nuovo ospedale di Padova e la possibilità di avviare nuovi investimenti per 237 milioni grazie alla riduzione dell’indebitamento, tra le principali novità dell’ultima ora si segnalano i 27 milioni «conservati» sull’edilizia sanitaria (dovrebbero consentire una ventina di interventi in altrettanti reparti ospedalieri) al di fuori del capitolo «Sanità», dopo che per un attimo si era pensato di dirottare l’intero stanziamento sulla viabilità (lo spostamento è stato limitato a 3 milioni), viabilità che godrà comunque di un budget di una sessantina di milioni, di cui 8 destinati ai Comuni. L’edilizia scolastica, argomento tornato in auge dopo la recente visita del premier Matteo Renzi a Treviso, avrà 20 milioni ma la vera spina dorsale di questo bilancio 2014 è costituito dalla sanità, dove si concentrano 8,4 dei 13 miliardi complessivi, e dalla lotta al dissesto idrogeologico, visto che ai 50 milioni già previsti per le opere anti alluvione ne sono stati aggiunti in extremis altri 30 da utilizzare per far fronte ai danni dal maltempo (piogge, neve e frane). Ovviamente si tratta di soldi recuperati da una miriade di altri capitoli, chiamati al sacrificio. Ci sono poi 9,5 milioni per le celebrazioni del centenario della Grande Guerra e 6 milioni per l’Expo 2015.
In apertura dei lavori, dopo il relatore di maggioranza Costantino Toniolo e quello di minoranza Piero Ruzzante, è intervenuto il governatore Luca Zaia, che ha giustificato i ritardi sostenendo che «è preferibile tardare di qualche mese per arrivare in aula col bilancio definitivo piuttosto che approvare a dicembre un documento che dev’essere poi rimaneggiato continuamente» e smentendo difficoltà legate alla deflagrazione della compagine berlusconiana. Quindi, in tema di risorse, dopo il consueto affondo contro «Roma matrigna» («Siamo arrivati ad operare con un bilancio che, dagli oltre 20 miliardi di qualche anno fa, ora è di 17,3 miliardi. Mancano all’appello 3 miliardi») e dopo aver rivendicato l’assenza anche quest’anno di nuove tasse («Non applicando l’addizionale Irpef rinunciamo a 280 milioni»), ha lamentato: «Viviamo in una democrazia malata, che vive di troppa burocrazia. Stiamo soccombendo in mezzo alle carte». In questo senso, ad esempio, Zaia ha chiesto una semplificazione sulle procedure per la vendita del patrimonio immobiliare, operazione fondamentale per la futura tenuta dei conti della Regione: «Abbiamo una lista da paura – ha detto – ma occorre mettere in piedi un sistema che consenta veramente le alienazioni e liberare così qualche centinaio di milioni».
Il governatore è infine tornato sul tema dei costi dei project financing: «Noi non vogliamo fare il processo a questo strumento, peraltro previsto dalla legge – ha detto – ma va usato il buon senso. Il problema infatti è come viene utilizzato. Se lo Stato trovasse il modo per consentire di rinegoziarli, il Veneto sicuramente lo farebbe perché i tassi che sono stati contrattati in passato sono ormai fuori mercato e gravano sulla finanza regionale». All’orizzonte, comunque, si profila una buona notizia: con la seconda tranche da 700 milioni data in arrivo da Roma per l’inizio di aprile «saremo in grado di chiudere definitivamente i debiti delle Usl con i fornitori».
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 6 marzo 2014