I risultati della ricerca dell’Usl di Pieve di Soligo: nel 53% dei casi campione così basso da non essere rilevabile
CONEGLIANO (Treviso) – I fitofarmaci nei vigneti del Prosecco? Fanno peggio i pesticidi nell’orto di casa. A sostenerlo sono i risultati dello studio pilota di biomonitoraggio, condotto dal dipartimento di prevenzione dell’Usl 7, che sono stati presentati questa mattina a Conegliano alla presenza del direttore generale Gian Antonio Dei Tos. L’indagine ha riguardato i livelli e i fattori predittivi di esposizione ai ditiocarbammati negli abitanti delle zone viticole dell’Alta Marca.
Un’area in cui le associazioni ambientaliste avevano chiamato in causa proprio l’azienda sanitaria per un possibile effetto cancerogeno dei prodotti fitosanitari sulla popolazione ed in particolare sui bambini. Per questo sono state analizzate le urine di 260 adulti e di 126 piccini di età compresa fra 3 e 5 anni, tutti residenti in 8 Comuni dell’arco collinare ricompreso nella Docg. In estrema sintesi la ricerca ha evidenziato che il valore del biomarcatore Etu, indicatore dell’assorbimento dei fungicidi sintetici comunemente utilizzati nella coltivazione della vite, nel 53% del campione era così basso da non essere rilevabile in laboratorio e nei restanti casi era di entità sovrapponibile a quelli riscontrati in alcune grandi città italiane in cui non ci sono vigne vicine alle abitazioni.
Un dato curioso è emerso piuttosto dagli stili di vita delle persone monitorate: «I soggetti che eseguono trattamenti nel proprio orto presentano un rischio di avere valori di Etu superiori a 1 microgrammo per litro 2,4 volte maggiore rispetto a quelli che non eseguono trattamenti e di quasi 7 volte maggiore per un valore di Etu superiore a 10 microgrammi per litro. I soggetti che bevono vino presentano un rischio di avere valori di Etu superiori a 1 microgrammo per litro doppio rispetto a coloro che non bevono vino. Anche l’assunzione di farmaci è correlata con valori elevati di Etu, seppur con significatività statistica incerta».
Il Corriere del Veneto – 20 agosto 2013