E’ durata 24 ore la mediazione studiata dal governatore Luca Zaia per superare l’impasse sul nuovo ospedale e venire incontro alle richieste del sindaco Massimo Bitonci.
La «via di mezzo» tra il project financig da 650 milioni previsto a Padova ovest dalla Regione e la costruzione della struttura nell’attuale sede è: portiamo in via Giustiniani lo Iov e il Sant’Antonio, per un polo unico da mille letti, e intanto realizziamo il policlinico universitario del futuro con altri mille posti e con soldi pubblici (quindi non più in project) in una zona «terza», non a Padova ovest ma nemmeno sull’esistente. Esattamente come ha chiesto alla giunta Zaia il consiglio regionale, con una mozione bipartisan approvata giovedì. Tutti d’accordo, si riparte con l’iter? Macchè, sull’happy end tira una grossa riga il sindaco, che ribadisce: bella idea quella dei due ospedali, ma facciamoli entrambi in via Giustiniani. Ecco.
«Ringrazio il presidente Zaia per la sua disponibilità e la ribadita volontà di trovare le risorse per la sanità padovana — dice Bitonci —. Vedo con favore l’ipotesi dei due ospedali: uno per la città, il Sant’Antonio, e uno per tutti i veneti, con le cliniche universitarie, e di respiro internazionale. Ma data la crisi economica e le evidenti difficoltà di una Regione virtuosa però penalizzata da Roma nel reperire fondi, si potrebbero realizzare le due strutture nei 192 mila metri quadri della zona giustinianea, nel bel mezzo del campus universitario. La commissione comunale ha già dimostrato, utilizzando i dati dei tecnici regionali, che costruire nell’attuale area costa meno. Ora si impegnerà per proporre alla Regione un progetto di unificazione del Sant’Antonio, delle cliniche universitarie e dello Iov in un unico sistema». Venerdì il primo cittadino ha compiuto un altro sopralluogo nell’ala est dell’Azienda ospedaliera, rilevando «fabbricati fatiscenti, che potrebbero essere abbattuti per primi e fare così spazio al polo materno-infantile non appena partiranno i lavori per portare l’obitorio vicino al cimitero Maggiore». «A breve presenteremo un progetto — annuncia Bitonci — così la grande sanità padovana rimarrà in città».
Allora, ricapitoliamo. Sul tavolo ora ci sono cinque proposte: il project a Padova ovest; la costruzione del «nuovo sul vecchio»; il trasferimento di Iov e Sant’Antonio in via Giustiniani e l’edificazione del policlinico del futuro con soldi pubblici e in una zona terza; le opzioni Agripolis, nonostante il sindaco di Legnaro abbia detto di non avere soldi per cambiare la viabilità, e Brusegana, scartata quattro anni fa perchè considerata troppo piccola (200 mila metri quadri) ma ora rilanciata dal sottosegretario Barbara Degani per un doppio vantaggio. Ovvero: il terreno è di proprietà della Provincia ed è a vocazione sanitaria, perciò non richiederebbe nè l’acquisto nè un cambio di destinazione d’uso. Il problema è che una quota consistente di spazio è occupata dal Complesso sociosanitario ai Colli, avviato a totale restyling dall’Usl 16, decisa a trasferirci gran parte dell’attività dei distretti, con la benedizione della Regione. E infine è spuntata l’ipotesi della rinascita dell’attuale cittadella sanitaria insieme a Iov e Sant’Antonio, che dovrebbero lasciare due edifici completamente rifatti per finire in quelli vecchi e angusti dell’Azienda ospedaliera.
«Siamo alla follia, la Lega sta giocando all’ospedale invece che a Monopoli — sbotta Claudio Sinigaglia (Pd) — così prende in giro i cittadini e i malati. Non si può inventare un progetto al giorno e raccontare un sacco di bufale, come quella dei due ospedali: uno da mille posti letto si traduce in un volume di un milione di metri cubi, che raddoppia con due plessi con gli stessi letti. Ma dove andiamo con 2 milioni di metri cubi di cemento, siamo folli? La programmazione sanitaria è un tema serio ed è in capo alla Regione, non al Comune, che tra l’altro pretende di dettare legge possedendo solo il 3% dell’area di via Giustiniani, per il resto di proprietà di Demanio, Università e Azienda ospedaliera». «Zaia ha già perso quattro anni e mezzo — incalza Antonino Pipitone (Idv) — eppure spetta a Palazzo Balbi decidere se, dove e come fare gli ospedali, tutto il resto sono chiacchiere. Invece qua si creano progetti faraonici in una nottata, solo in vista delle elezioni regionali di primavera».
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 3 agosto 2014