La Regione affiderà per altri 6 mesi la riscossione del bollo auto a Gec, la società che nel novembre scorso ha visto i suoi vertici finire in carcere con le accuse di associazione per delinquere, corruzione, concussione e turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla procura di Torino (fu arrestato anche il funzionario della Regione Veneto Lucio Fadelli). La delibera è stata approvata ieri.
«La proroga è stata concordata con i magistrati piemontesi – ha spiegato l’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti – e con il commissario giudiziale della società. Stiamo continuando a lavorare sul progetto che riporterà in house la gestione del servizio di riscossione ma, fino ad allora, non possiamo permetterci di interrompere un’attività che garantisce un gettito imprescindibile per il nostro bilancio: stiamo parlando di un’entrata che annualmente, tra l’ordinario e la lotta all’evasione, porta nelle casse regionali più di 670 milioni di euro». Resta peraltro ancora in sospeso il giudizio del Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi sul ricorso avanzato dalla Regione dopo che il Tar del Veneto aveva annullato il nuovo bando di gara per l’affidamento del servizio perché viziato da «requisiti illogici e richieste ingiustificate». Ma se il Consiglio di Stato desse ragione a Palazzo Balbi, premesso che l’offerta di Gec non era l’unica pervenuta in laguna, l’assessore se la sentirebbe di affidare ugualmente l’appalto ad una società implicata in un’inchiesta? «Quando avremo la sentenza decideremo – taglia corto Ciambetti – intanto il bando è sospeso da marzo». Della stessa idea il governatore Luca Zaia: «Come diceva Ho Chi Minh, se una tigre ti entra in casa, apri la finestra: potrebbe uscire. Spesso i problemi si risolvono da sé, non anticipiamo i tempi».
Ciambetti chiude spiegando che «oltre all’esigenza di dare continuità al servizio, la prosecuzione del rapporto con Gec ha anche lo scopo di impedire che la società chiuda improvvisamente i battenti, lasciando a casa qualche centinaio di lavoratori che non hanno responsabilità nella vicenda al vaglio della magistratura. Se non avessimo assunto questa decisione, quindi, la situazione di impasse che ne sarebbe derivata avrebbe causato danni ancor peggiori a tutti: alla Regione, ai lavoratori, ai cittadini».
Corriere del Veneto – 30 gennaio 2013
Tasse automobilistiche, ai domiciliari il dirigente regionale arrestato
Lucio Fadelli, il 59enne dirigente regionale della Direzione Ragioneria e Tributi arrestato il 29 novembre scorso per associazione a delinquere e turbativa d’asta, è tornato a casa sua a Treviso: il giudice delle indagini preliminari di Torino, lo stesso che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, gli ha concesso gli arresti domiciliari nei giorni scorsi. In precedenza, il Tribunale del riesame del capoluogo piemontese, alla quale aveva presentato ricorso il difensore (l’avvocato veneziano Marco Vassallo), pur confermando l’esistenza di indizi gravi e sufficienti per tenerlo in carcere, aveva annullato quella parte di ordinanza in cui lo si accusava di associazione a delinquere. Era rimasta in piedi, dunque, solo la contestazione di turbativa d’asta. Durante l’interrogatorio, due giorni dopo il suo arresto, Fadelli aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Stando alle accuse, si sarebbe accordato con i dirigenti della Gec sul bando di gara che la Regione Veneto stava avviando per scegliere la società a cui affidare la riscossione del bollo di circolazione per le auto. «Fadelli», si legge nell’ordinanza del giudice torinese Giuseppe Salerno, «per mutuare un’espressione utilizzata da altri coindagati, è il Tarizzo (il funzionario della Regione Piemonte soprannominato Zeus e anche lui arrestato per concussione e corruzione) anche se “meno corrotto” e, dunque, per lui valgono le medesime considerazioni svolte per l’omologo piemontese pur essendo, per certi versi – – Fadelli è tuttora “operativo” – l’attualità delle esigenze cautelari più stringenti. La conversazione ambientale con Catto relativa agli scenari futuri in Veneto e al disegno comunque di continuare a favorire Gec, andando a proporre ad Engineering di fare lei la capofila e di avvalersi lei di Gec ci dimostrano come Fadelli sia a disposizione di Gec per sempre nuovi reati, anche quelli originariamente non previsti». «È tuttora in servizio», prosegue il magistrato torinese, «e nel pieno della sua funzione pubblica, strumentalizzata al fine di favorire Gec. È stato in questi anni ed è ancora in costante contatto con Tarizzo, che non gli ha lesinati consigli ed idee su come violare la legge. Il fatto che non si sia (ancora) provato “il soldo” non attenua assolutamente la valutazione delle esigenze cautelari, non potendosi anche in questo caso ipotizzare il ritorno alla legalità nella gestione della riscossione della tassa automobilistica in Veneto con Fadelli in circolazione.