«Certo che voglio parlare del finanziamento. Iniziamo subito col dire che il vero motivo di questo rinvio è che i partiti della maggioranza non vogliono rinunciare al malloppo ». Alfonso Bonafede è grillino della prima ora. Pacato, mai sopra le righe. Avvocato siciliano, vive a Firenze. Non perde quasi mai le staffe, ma sul cavallo di battaglia del Movimento è poco diplomatico: «Noi daremo battaglia, questo è certo».
Onorevole Bonafede, rinviando a settembre la discussione sul finanziamento i partiti vi hanno servito un assist invitante. Un “aiutino” per la vostra meta finale, fissata al 51%?
«Qualsiasi cosa sta facendo o meglio non facendo – questa maggioranza, verrà pagata dal sistema dei partiti alle prossime elezioni. Noi non ci muoviamo su un terreno di propaganda, ma solo pensando ai cittadini. E certo non si può dire che questo sistema dei partiti stia facendo qualcosa per migliorarsi. Peggiora,semmai».
Riavvolgiamo il nastro. La posizione dei Cinquestelle, innanzitutto.
«Questa crisi la pagano tutti, tranne i partiti che l’hanno provocata. E non si dica che non possono far fronte agli impegni economici che hanno preso, perché tutti i cittadini italiani in questo periodo sono chiamati ad affrontare impegni economici nonostante la recessione. Quindi noi siamo per l’abolizione completa del finanziamento ».
La maggioranza aveva proposto
un intervento drastico.
«Guardi, noi abbiamo rinunciato a 42 milioni di euro, chiedendo ai partiti di seguirci su questa strada. Ma è arrivato un no categorico. E visto che le forze politiche proponevano un intervento completo entro il 2017, avevamo almeno chiesto di congelare la prima rata di luglio 2013. È arrivato un altro no. Poi avevamo anche proposto una seduta fiume sul decreto del Fare, per poi iniziare venerdì la discussione su questo ddl».
E invece?
«E invece hanno deciso di rinviare. Un segnale negativo. La conferma che il sistema dei partiti pensa solo alla propria sopravvivenza. L’unica cosa che sanno fare è non prendere decisioni…».
E adesso voi come intendete agire?
«Vogliamo metterli con le spalle al muro. Faremo capire ai cittadini che questa gente pensa solo ai propri interessi. Daremo battaglia. E lo sa perché?».
Dica.
«Perché il tema del finanziamento è stato importante per la campagna elettorale di tutti i partiti. Voglio vedere chi avrà il coraggio di insistere con questapolitica suicida».
Matteo Renzi ha giudicato il rinvio un clamoroso autogol.
«Ho letto. Voglio vedere i renziani cosa voteranno in Parlamento».
Voi intanto continuate a denunciare l’immobilismo del governo di larghe intese.
«C’è un problema che si riflette sui lavori parlamentari. La maggioranza va in contraddizione con se stessa e crea micro conflitti che spesso si risolvono in compromessi al ribasso. O, peggio, in rinvii».
Pensa che a questo punto un radicale intervento sul finanziamento ai partiti possa diventare terreno di confronto per impostare una nuova alleanzadi governo?
«No, la nostra posizione è quella di sempre: non ci sono alleanze. Sui singoli provvedimenti, però, vogliamo un confronto leale. Noi valutiamo solo se è a favore del Paese».
Alfonso Bonafede – Repubblica – 9 agosto 2013