Sulla giostra dei bonus fiscali per i lavoratori dipendenti annunciati dal Governo salgono anche gli «incapienti», cioè le persone (spesso titolari di contratti flessibili e discontinui) che hanno redditi bassi tali da vedersi già azzerata l’Irpef dalle regole attuali, e che quindi non avrebbero alcun beneficio da un aumento delle detrazioni.
A chiarire l’allargamento nel raggio d’azione dei bonus fiscali è stato ieri il premier Matteo Renzi, promettendo un intervento nel decreto legge all’esame del Consiglio dei ministri di venerdì 18 aprile, dopo il passaggio parlamentare sul documento di economia e finanza. Sarà in quell’occasione che l’Esecutivo fornirà una soluzione tecnica al problema degli incapienti, vale a dire tutti quei contribuenti con Irpef a zero o negativa che sarebbero stati tagliati fuori dalla rimodulazione della curva delle detrazioni per lavoro dipendente.
Un recupero che dovrebbe consentire un’estensione della platea dei potenziali beneficiari a circa 14-15 milioni di contribuenti. Il conto è la somma dei circa 10-11 milioni di soggetti con reddito annuo fino a 25mila euro (gli ormai famosi 1.500 euro netti) che saranno ammessi all’agevolazione e dei 4 milioni di incapienti. Nel decreto le norme saranno indicate «fascia per fascia», ha spiegato ieri il presidente del Consiglio dei ministri in conferenza stampa. L’obiettivo dichiarato è di rimettere in moto i consumi con un intervento di 6,7 miliardi di euro.
Sul primo versante, quello degli sconti Irpef veri e propri, la modalità dovrebbe essere quella di una revisione dei moltiplicatori che misurano le detrazioni in base al reddito del titolare della busta paga. Resta da vedere quale sarà il disegno della nuova “curva”, dal momento che le prime ipotesi intervenivano sulla struttura attuale delle detrazioni aumentandone i valori in modo decrescente fino a tornare a zero a quota 55mila euro di reddito. Ora, invece, si lavora a un intervento che concentri i benefici nelle fasce fino a 25mila euro di reddito, anche per disporre di risorse da “girare” al bonus sui redditi già a Irpef zero. Oggi le regole Irpef (articolo 13 del Testo unico sui redditi) dividono i contribuenti in tre fasce ( 0- 8mila; 8.001- 28mila; 28.001-55mila), con meccanismi che garantiscono la progressività di sconti e tasse da pagare. Probabile che l’intervento «strutturale» rilanciato ieri dal Governo, per concentrare gli effetti sui redditi fino a 25mila senza salti eccessivi con chi guadagna poco di più, intervenga sui primi due scalini, lasciando invariati o quasi i parametri per la fascia 28-55mila.
Tornando agli incapienti, a sollevare il problema erano stati nei giorni scorsi proprio gli addetti ai lavori, con in prima fila la fondazione dei consulenti. Ora l’attenzione si sposta sulle modalità tecniche per dare una risposta. Con le software house che sviluppano gli applicativi delle gestione paghe e i sostituti d’imposta chiamati a un lavoro extra per consentire al bonus di arrivare in busta paga già nel mese di maggio.
L’operazione sugli incapienti, tra l’altro, rischia di richiedere una verifica caso per caso delle situazioni in cui l’imposta rischia di essere “superata” dalle detrazioni per lavoro dipendente. L’alternativa più semplice – ma probabilmente non in linea con l’intenzione dell’Esecutivo di rendere immediatamente spendibile l’aumento – potrebbe essere quella di un ragguaglio a fine anno con gli incapienti che potrebbero, però, sfruttare il bonus con un differimento temporale.
La preoccupazione maggiore è che il tempo sarà davvero poco: tre settimane per adeguarsi, in un periodo tra l’altro caratterizzato da diverse festività.
Il Sole 24 Ore – 9 aprile 2014