I prodotti alimentari adulterati con carne di cavallo andrebbero rietichettati e tenuti sul mercato al fine di evitare inutili sprechi alimentari. A sostenerlo è il Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori Tonio Borg.
Sono centinaia i prodotti che sono stati richiamati o tolti dagli scaffali a seguito dello scandalo alimentare e secondo il Commissario Ue laddove non vi sia alcun problema di sicurezza alimentare gettare via la carne di cavallo fraudolentemente etichettata come di manzo dovrebbe essere evitato.
L’europarlamentare Anna Maria Corazza Bildt in una interrogazione scritta con la quale lo scorso febbraio si era rivolta a Borg, sosteneva che le aziende coinvolte nello scandalo avrebbero dovuto rietichettare i loro prodotti come a base di carne di cavallo piuttosto che carne di manzo e lasciare poi libera scelta al consumatore se acquistarli o meno. Trattasi secondo l’eurodeputata di cibo perfettamente commestibile altrimenti destinato a marcire e a incrementare la già vastissima montagna di rifiuti alimentari nel mondo. Nel condannare la frode, la Corazza Bildt ha sottolineato come la risposta allo scandalo delle aziende coinvolte sia stata più improntata a proteggere la loro immagine che alla salvaguardia dei consumatori o dell’ambiente.
Secondo Borg la Commissione ritiene che in mancanza di problemi legati alla sicurezza alimentare i prodotti adulterati potrebbero essere rietichettati in conformità ai requisiti Ue e sotto la supervisione delle autorità competenti. Successivamente i prodotti correttamente etichettati potrebbero poi essere rimessi sul mercato. Bisognerebbe evitare di incrementare ulteriormente la gigantesca montagna di rifiuti alimentari nel mondo quando non generati da problemi di sicurezza alimentare.
Borg sostiene inoltre che, se la legislazione Ue impone alle aziende di richiamare o di ritirare dal mercato un prodotto solo se non conforme ai requisiti di sicurezza alimentare, nulla vieta che il cibo etichettato in modo errato possa essere rietichettato e nuovamente commercializzato.
Pur essendo la questione degli sprechi alimentari e della montagna di rifiuti alimentari strettamente delicate le dichiarazioni di Borg meritano qualche considerazione. Nessuno per carità vorrebbe che i prodotti alimentari adulterati con carne di cavallo vadano sprecati, soprattutto di questi tempi. Tuttavia Borg dovrebbe principalmente affrontare il problema di come questa frode sia potuta accadere. Il Commissario ha più volte dichiarato che si tratta di un problema di etichettatura fraudolenta. Non è sufficiente. I consumatori avrebbero tutto il diritto di sapere come sia stato possibile che la carne di cavallo sia finita nei piatti a base di carne di bovina, ma anche i passaggi durante tutta la catena alimentare e la stessa origine della carne utilizzata per confezionare i prodotti. Inoltre il ritrovamento di tracce di fenilbutazone (per il quale la Commissione ha chiesto una valutazione dei rischi all’Efsa e all’Ema) in alcune carcasse di cavalli in Francia farebbe pensare che il problema potrebbe essere anche e principalmente di sicurezza alimentare. Non basta quindi rietichettare il prodotto, bisogna dare riposte più concrete ai consumatori
sicurezzaalimentare.it – 18 aprile 2013