Il Governo italiano chiede al Parlamento bosniaco di bocciare la proposta di legge, in votazione oggi a Sarajevo, che reintrodurrebbe la pena di morte per i cani randagi, cancellando una delle normative più avanzate dell’Est europeo. Lo afferma la Lav (Lega antivivisezione), riferendo la risposta del ministro degli Esteri, Emma Bonino, ad una lettera dell’Associazione.
Il ministro ha scritto che «la Farnesina, anche attraverso la nostra Ambasciata a Sarajevo, continuerà a seguire con grande interesse la problematica e a intervenire, anche d’intesa con i nostri partners europei, per sollecitare le autorità bosniache a mantenere l’attuale normativa e a garantirne l’effettiva applicazione».
Ilaria Innocenti, responsabile Lav settore Cani e gatti, ha commentato «confidiamo in un pronto intervento dell’Ambasciatore italiano in Bosnia affinché le parole del Ministro Bonino non rimangano inascoltate».
Il deputato Pdl Michela Vittoria Brambilla (nota per il suo impegno animalista) ha commentato positivamente l’iniziativa del ministro Bonino, auspicando però che il nostro governo faccia «quanto è in suo potere per sollecitare una direttiva europea in materia che escluda lo sterminio e, nel frattempo, incalzi tutti i governi, comunitari e non – a cominciare da quello rumeno e da quello spagnolo – che si illudono di combattere il randagismo con l’uccisione degli animali».
La Stampa – 24 ottobre 2013