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Brescia. Latte e carne senza pesticidi. L’Asl: «Il prodotto locale è di alta qualità ma c’è il problema della presenza nel suolo di Pcb»

Brescia è la prima provincia in Italia per produzione di latte vaccino, con 1,1 miliardi di litri munti ogni anno. Un latte di alta qualità, dicono le associazioni agricole, una qualità non riconosciuta dal mercato: attualmente è pagato 38 centesimi al litro, una cifra che sta mettendo in serissime difficoltà molti produttori, che in un anno hanno visto loro redditività in calo di ben 60 milioni. Brescia però è anche una provincia molto industrializzata, con diverse fonti di inquinamento.

Nei giorni scorsi l’Arpa ha diffuso i dati sulle emissioni annue di Pcb delle 13 acciaierie (fino a 22 chili l’anno). Si trovano tracce di questi inquinanti nel latte? Un precedente già c’è: era il 2007 quando in 17 stalle dell’hinterland (dal Villaggio Violino a San Zeno) si trovarono valori di pcb oltre i limiti. Abbiamo chiesto qual è lo stato attuale dei controlli al dottor Gianfranco Tenchini, direttore del dipartimento prevenzione veterinario dell’ Asl di Brescia.

Qual è lo stato dei controlli di diossine e Pcb nel latte e nelle carni prodotte in provincia di Brescia?

«La normativa impone agli allevatori e ai caseifici piani di campionamento in autocontrollo, che vengono eseguiti dal 2008 ed i cui esiti vengono valutati dai nostri veterinari. L’Asl inoltre esegue campionamenti annuali. Gli ultimi dati non conformi su latte bovino risalgono all’inverno del 2007-2008. Dal 2009 solo tre superi: nel 2009 sulla carne di un bovino, nel 2010 e 2011 su latte di capra. Si trattava di aziende agricole di dimensioni medio-piccole. I parametri sono successivamente rientrati».

Avete dati sui controlli recenti?

«Nel 2014 l’Asl ha analizzato mangimi e materie prime destinate all’alimentazione animale: 11 controlli per Pcb e diossine, 5 per pesticidi, 10 per aflatossine. Non sono stati riscontrati superamenti dei limiti».

La presenza di industrie impattanti nella Bassa può mettere a rischio la qualità dei prodotti alimentari?

«Asl può esprimere rassicurazione rispetto agli esiti per ricerche di metalli pesanti. Nel 2013 è stato trovato un solo supero per il cadmio su un prelievo di carne al macello. Nel 2014 tutti i prelievi sono risultati conformi».

Ci sono residui di pesticidi in latte e carne?

«Le analisi sono confortanti: negli ultimi due anni, non sono state rilevate positività su latte, carne, miele uova».

La questione aflatossine, il fungo può passare nell’alimentazione bovina e nel latte. Qual è la situazione?

«In provincia di Brescia la problematica si è acuita nel 2012, con ricadute sul latte nel 2013 (249 campioni ufficiali dei quali 8 non conformi). Quest’anno sono stati effettuati 210 campioni e 9 sono risultati non conformi (4,2 per cento)».

Rispetto agli inquinanti persistenti, ministero della Salute e Regione nel 2013 avevano chiesto un’analisi degli alimenti prodotti nei siti inquinati, come il Brescia-Caffaro. Si chiedevano approfondimenti su latte caprino, pesci dei laghi e uova. Quali sono i risultati?

«Abbiamo monitorato 28 allevamenti di caprini: 3 aziende avevano valori non conformi per diossine e Pcb dioxin like e 23 aziende avevano valori oltre il limite di azione per i Pcb dioxin like. Sono stati adottati provvedimenti per impedire che alimenti venissero immessi sul mercato, anche se il latte era destinato solo all’alimentazione dei capretti. Per quanto riguarda la fauna ittica non abbiamo dati».

Possiamo dire che i cibi prodotti a Brescia sono sicuri e garantiti?

«Si può affermare che i cibi prodotti e commercializzati nel nostro territorio sono sicuri, rispetto ai parametri previsti dalla normativa. Certo, la presenza diffusa di Pcb nel terreno della nostra provincia non può essere e, di fatto non è, sottovalutata. Il dato sul latte ovicaprino ne è la prova. Ma il tipo di indagine svolta si è basata sull’utilizzo di uno strumento particolarmente sensibile (un latte ad elevato contenuto di grasso) e su animali esposti a situazioni sfavorevoli, ovvero alimentati prevalentemente al pascolo».

Il Corriere della Sera – 15 dicembre 2014 

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