Non si capisce bene se il trappolone l’abbia subìto o rifilato. Fatto sta che per la prima volta anche il tranquillo assessore Luca Coletto, da mesi tirato per un braccio dal governatore Luca Zaia e dall’altro dal pigmalione Flavio Tosi, batte i pugni. E minaccia le dimissioni, a causa della «Cabina di regia per la sanità», approvata lo scorso 11 settembre dalla giunta regionale su delibera portata fuorisacco dal presidente in sua assenza e che lo ha fatto sentire detronizzato. Un déjà vu per i delfini del sindaco di Verona nonchè segretario regionale della Lega: nel maggio 2005 l’altro «suo» assessore allo stesso referato, Sandro Sandri, venne fatto allontanare dalla seduta di Palazzo Balbi dal governatore dell’epoca Giancarlo Galan sulla gestione dell’ospedale Codivilla di Cortina. Leggi anche “Costituita cabina di regia“
Ora come allora rappresenta l’ennesimo atto di una guerra intestina alla maggioranza (tra l’altro sul capitolo cui vanno i tre quarti del bilancio regionale), che a quel tempo vedeva contrapposti FI e Carroccio e oggi le due anime della Lega, o meglio i suoi due pesi massimi.
La delibera dice che la «Cabina di regia appare necessaria al fine di adempiere in modo sollecito, articolato e organico» a quanto imposto dalla spending review e dal Piano sociosanitario (schede ospedaliere, costi standard e dotazioni del personale), quindi è concepita «quale supporto alla giunta». Ma anche: «Proprio in ragione dell’importanza strategica di tale organismo, sarà presieduto dal presidente della Regione o da un suo delegato» e sarà composto dal vicepresidente Marino Zorzato, dall’assessore alla Sanità Coletto, dai segretari alla programmazione Tiziano Baggio, di giunta Mario Caramel, della sanità Domenico Mantoan e del bilancio Mario Trapani. Zaia dovrà poi individuare, tra i dirigenti regionali e su proposta di Mantoan, i componenti di un gruppo di lavoro presieduto da quest’ultimo, che svolgerà mansioni giuridiche, amministrative, finanziarie e operative. Ci sarà anche uno staff di legali interni. «Un commissariamento in piena regola della sanità, un caso politico — avverte Claudio Sinigaglia (Pd), vicepresidente della commissione Sanità —. Mi chiedo se affidare la presidenza della cabina di regia a Zaia e al suo vice non rappresenti uno scalzamento di Coletto: è solo un caso che non fosse presente al momento dell’approvazione della delibera? Di sicuro viene fortemente depotenziato, ha ancora un senso il suo incarico di giunta?». «Più che una cabina di regia è una gabbia di controllo chiusa attorno all’assessore, preso in mezzo nello scontro tra Zaia e Tosi — incalza Antonino Pipitone, consigliere regionale di Idv —. Commissariarlo de facto significa che il presidente si è lanciato all’espropriazione dell’area tosiana».
E anche se Coletto oppone un «no comment», trapela che mercoledì aveva parlato del fatto con Tosi e che nelle prossime ore i due avranno un confronto con Zaia, da cui dipenderanno le sorti dell’unico assessore non eletto. Il quale in sede di approvazione del Piano sociosanitario si era già messo di traverso al resto della maggioranza cercando di emendarne due passaggi: la nomina del segretario alla Sanità affidata al consiglio e il parere obbligatorio e vincolante della V commissione sulle schede ospedaliere. Nodi che hanno poi indotto il governo di impugnare il piano. Ma Zaia assicura che le sue intenzioni sono state travisate: «Gli uffici mi hanno garantito di essersi confrontati sul tema della cabina di regia con Coletto, col quale ho un ottimo rapporto così come con Tosi. E infatti la dirigerà lui. Non è stato esautorato, gode della mia piena fiducia, altrimenti non sarebbe assessore. La cabina per la Sanità non è l’unica e non sarà l’ultima: si tratta di un metodo che agevola la buona amministrazione. Prima erano nate cabine di regia per turismo (assessore Finozzi), semplificazione (Stival), enti locali (Ciambetti) e patrimonio (Zorzato). Servono a mettere tutti i soggetti competenti attorno allo stesso tavolo, evitando perdite di tempo».
Sanità, Coletto minaccia le dimissioni
Gliel’hanno fatta sotto il naso. In meno di un’ora gli hanno costruito una “cabina di regia” della sanità veneta sopra la testa, senza che potesse dire una parola. Un pool di esperti presieduto dal governatore Luca Zaia affiancherà l’assessore Luca Coletto nelle decisioni in materia di salute. Innocuo gruppo di lavoro o commissariamento della sanità veneta? Zaia spende due pagine di delibera per spiegare che sono le stesse scelte cruciali in seno alla sanità veneta, dalla spending review al piano socio sanitario, a far richiedere un supporto a Coletto. Ma, d’altro canto, il fatto che l’assessore non fosse presente al momento dell’approvazione del provvedimento, che è noto che tra i due non corra buon sangue e che ora Coletto si trinceri dietro un sibillino «no comment», lascia intendere che Zaia abbia voluto compiere un fallo a gamba tesa. Mercoledì Coletto è stato avvistato nel quartier generale di Flavio Tosi, il Municipio di Verona. Un lungo faccia a faccia: oggetto della discussione, la sanità e il presunto scacco a Coletto e quindi a Tosi. L’assessore avrebbe minacciato le dimissioni, cui il sindaco di Verona avrebbe risposto con un “niet” senza margine di trattativa. La delibera della discordia, che ha fatto scoppiare il putiferio, è stata approvata l’11 settembre. Coletto era assente per motivi istituzionali. Al tavolo con Zaia, siederanno i segretari Domenico Mantoan, Tiziano Baggio, Mario Caramel, Mauro Trapani, il vicepresidente della Regione Marino Zorzato. L’opposizione non resta a guardare, preoccupata del fatto che «la Lega perda tempo a litigare mentre i conti vanno a rotoli». Il vicepresidente della V commissione sanità, Claudio Sinigaglia (Pd), attacca: «Si tratta di un commissariamento in piena regola. Una decisione che ufficializza uno stato di crisi amministrativa, ma rappresenta anche un caso politico. Mi chiedo se il fatto di affidare la presidenza della cabina di regia allo stesso Zaia e al suo vice Marino Zorzato non rappresenti una sorta di scalzamento dell’assessore alla Sanità. Coletto viene fortemente depotenziato: ha ancora un senso il suo incarico di Giunta»? Rabbiosa la reazione di Zaia: «Siamo di fronte al travisamento di ciò ritengo essere buona amministrazione per una polemica volta esclusivamente a danneggiare l’interesse dei cittadini» ringhia in una nota «Come premessa desidero ribadire che non è avvenuta nessuna esautorazione dell’assessore alla sanità che, peraltro, gode della mia piena fiducia, altrimenti non sarebbe assessore». Sul resto Zaia precisa: «La cabina di regia per la sanità non è la prima e non sarà l’ultima. Si tratta di un metodo che ho deciso di adottare per agevolare la buona amministrazione che ci chiedono i cittadini. Come in tutte le cabine di regia, anche quella per la sanità prevede che il tavolo di lavoro sia coordinato dall’assessore di competenza».
Dal Corriere Veneto e dal Mattino di Padova – 21 settembre 2012