La buona sanità esiste e resiste, anche in tempi di spending review». Dopo aver sciorinato i dati sull’assistenza negata prova a risollevare gli animi il coordinatore del Tdm, Giuseppe Scaramuzza, consegnando il «Premio Alesini 2012» sulle «buone pratiche di umanizzazione delle cure».
Il primo premio è andato al Nucleo cure palliative della Asl 5 di Vicenza, che si è impegnata nel miglioramento della qualità di vita dei malati terminali, ponendo sempre maggiore attenzione alla cura del dolore ma anche potenziando le cure domiciliari. Che significa consentire al malato di vivere circondato da affetti. Al secondo posto gli Ospedali riuniti di Ancona, che hanno saputo garantire la piena presa in carico del paziente dopo la dimissione dall’ospedale. Controlli ambulatoriali, assistenza a domicilio e riabilitazione hanno abbattuto le recidive, portando benefici agli assistiti e alle casse dell’azienda ospedaliera. La stessa attenzione alla fase di dimissione ma con particolare attenzione ai pazienti più fragili ha fatto conquistare il podio anche alla Asl 15 di Padova. Tre esempi che mostrano come sia possibile fare buonasanità anche in tempo di crisi.
La Stampa – 16 novembre 2012