Corsa contro il tempo e caccia alle risorse. La strada della manovra di Bilancio, sulla scia delle nuove tensioni sulla maggioranza, si riempie di ostacoli. Mancano 55 giorni al termine ultimo per approvare la manovra: per ora non c’è il rischio né di precipitare nell’esercizio provvisorio, cioè sforare il 31 dicembre, né di non mantenere fede all’impegno ordinario delle tre letture. Anzi è stato proprio il rischio di non poter fare i tre passaggi Senato- Camera-Senato che ha costretto il governo a consegnare la manovra di Bilancio lo scorso 27 ottobre al Parlamento con la conseguenza di rinunciare a chiudere alcuni temi rimasti aperti.
Le partite ancora da ratificare sono rilevanti: plastic tax (chi più inquina più paga) e tassazione delle auto aziendali (rincaro tasse solo per le auto nuove) sono oggetto di un piano dettagliato del Tesoro per ammorbidirne gli effetti e oggi cominceranno gli incontri tecnici con le categorie interessate. Resta tuttavia il nodo delle coperture: la plastic tax nella sua versione originale, garantiva circa 1,1 miliardi di gettito e l’incremento della tassazione sulle auto aziendali 330 milioni. Così come bisognerà verificare se le varie correzioni in corso d’opera, spesso oggetto del pressing di renziani e grillini, come la riduzione dell’imposta sostitutiva sugli affitti, la rinuncia all’aumento delle imposte ipocatastali o l’intervento sulle partite Iva, non abbiano incrinato il quadro delle coperture. A questo si aggiungano le questioni delle categorie: i commercianti, dopo aver ottenuto un rinvio delle multe per chi non accetta i Pos ora lamentano i costi per istallare i software e le sanzioni per la lotteria degli scontrini: persino il direttore dell’Agenzia delle entrate Antonino Maggiore, ieri in audizione in Parlamento, non ha escluso che sia giusto intervenire.
Venerdì prossimo, 15 ottobre scade in Senato il termine per la presentazione degli emendamenti ed è ipotizzabile un vero assalto. I renziani hanno già annunciato modifiche su quota 100, sugar tax e rinvio di tre mesi del cuneo, il mondo grillino non si tirerà indietro. Così si annunciano un paio di settimane di discussione in commissione Bilancio del Senato con chiusura a fine mese, poi due-tre settimane di battaglia alla Camera e il ritorno al Senato.
Oggi il ministro dell’Economia Gualtieri sarà all’Eurogruppo dove la nostra flessibilità è sempre una pratica aperta: i retroscena circolati nei giorni scorsi che hanno visto il titolare del Tesoro non sufficientemente spalleggiato dalla maggioranza durante le riunioni di governo, non possono certo aiutarci a fare bella figura. Lo scrutinio dell’Italia continua e ieri il responsabile per l’Europa dell’Fmi, Poul Thomsen, ha annunciato l’imminente visita a Roma dei suoi uomini. Anche perché la crescita non ci aiuta e previsioni di Bruxelles danno un Pil a 0,4 per il prossimo anno contro lo 0,6 previsto dal governo.
repubblica