Giusto giovedì la senatrice Pd Laura Puppato, d’intesa con il consigliere regionale Andrea Zanoni, ha presentato un’interrogazione in cui chiede al governo d’impugnare, «perché incostituzionale», la legge regionale 15/2016 (promulgata da Luca Zaia il 26 maggio)per il contenimento della nutria. Ma in attesa di capire se il governo terrà conto della segnalazione della parlamentare trevigiana, va detto che il Tribunale amministrativo regionale si è già pronunciato in materia, “eradicando” alcune ordinanze comunali. I ricorsi sono stati presentati dall’Associazione Vittime della Caccia, difesa dall’avvocato Massimo Rizzato.
Nel mirino degli “anticaccia” l’ordinanza 3 (datata 18 settembre 2015) del Comune di Sandrigo che prevede «la cattura e la successiva soppressione delle nutrie tramite gabbie trappola». E ancora il Comune di Taglio di Po, che la sua ordinanza in materia, la 41, l’ha pubblicata il 14 luglio 2015. Risulta “abbattuta” pure l’ordinanza 14/2015 del Comune di San Pietro in Gù (datata 29 luglio); “impallinata” inoltre l’ordinanza 7 del Comune di Caldogno, sempre in tema di abbattimento delle nutrie, emanata il 29 luglio 2015. Infine l’ordinanza 18/2015 del Comune di Rosolina, datata 16 settembre 2015.
Per il Tar del Veneto che ha trattato le ordinanze in blocco, i provvedimenti annullati appaiono carenti sotto l’aspetto istruttorio, «non essendo stata effettuata alcuna effettiva ponderazione in ordine al quantitativo di nutrie che si renda necessario abbattere al fine di realizzare un corretto piano di contenimento del numero di animali di tale specie». Per i giudici amministrativi le ordinanze impugnate appaiono deficitarie pure sotto l’aspetto motivazionale, «non avendo messo in evidenza alcun elemento fattuale concreto che la presenza delle nutrie «possa determinare azioni di potenziale pericolo al traffico veicolare o all’incolumità di cose e persone».
Contenimento nutrie, Laura Puppato e Andrea Zanoni: “Legge regionale è incostituzionale”
“La legge regionale 15/2016 per il contenimento della nutria è incostituzionale”. È quanto affermato in un’interrogazione in Senato che chiede al Governo di impugnare la legge di fronte alla Consulta, scritta a quattro mani dagli esponenti PD Puppato e Zanoni e firmata anche da Cirinnà, Amati, Valentini e Granaiola.
“L’articolo 4 di tale legge – si dice ancora nell’interrogazione – autorizza a partecipare al Piano la polizia provinciale e locale, gli agenti venatori volontari, le guardie giurate, gli operatori della vigilanza idraulica, i proprietari o conduttori dei fondi agricoli, i soggetti muniti di licenza per l’esercizio dell’attività venatoria, altri soggetti all’uopo autorizzati dalle province e Città metropolitana, praticamente chiunque”.
“È evidente che tale legge è uno sdoganamento mascherato della licenza di uccidere ed è perciò irresponsabile. Armando chiunque, utilizzando il grimaldello della lotta alla nutrie, si creerà un rischio enorme per adulti e bambini in movimento, in particolare nella notte. Tutto per un ricatto politico senza precedenti e che vorremmo tanto capire quale fatto o patto nasconda; tutto per per tenere unita una maggioranza regionale già problematica e con l’obiettivo di offrire ulteriori licenze a quella parte di cacciatori che, stanno dentro la ricca corte di Berlato. La Corte Costituzionale ha già rigettato una prima volta disposizioni praticamente identiche a queste, che oggi impunemente, il Consiglio regionale veneto ripropone pari pari. Questa deregulation, questo favore agli armieri e all’industria bellica non passerà.”
Venezia, 7 luglio 2016