La commissione “Agricoltura e caccia” del Consiglio veneto ha deciso, su proposta del suo stesso presidente Davide Bendinelli, di sospendere, con l’obiettivo di procedere ad ulteriori approfondimenti, il proprio parere sulla delibera dell’assessore Daniele Stival presentata per consentire la caccia in deroga a quattro specie di volatili (storno, fringuello, peppola e pispola).
Analoga decisione di rinviare ogni decisione era stato presa dalla commissione nella precedente seduta di lunedì scorso 8 ottobre in attesa del parere dell’Avvocatura della Giunta regionale per valutare “eventuali responsabilità civili e penali” che deriverebbero dall’approvazione di tale norma, “anche in relazione con la sentenza di condanna già pronunciata nel 2010 dalla Corte di giustizia europea”.Dal parere, illustrato oggi dall’ assessore Stival, emerge che “qualora a seguito della reiterazione di comportamenti contrari alla normativa comunitaria, l’amministrazione regionale fosse chiamata a rispondere, in via di rivalsa da parte dello Stato, di quanto quest’ultimo è stato condannato a pagare a seguito della sentenza della Corte di giustizia UE, i responsabili degli uffici tecnici o amministrativi potrebbero essere chiamati a rispondere avanti la giustizia contabile”. Questa eventualità non riguarda, però, solo i tecnici in quanto, sempre secondo lo stesso parere dell’Avvocatura, “analogamente gli organi politici potranno essere chiamati a rispondere dei danni arrecati all’amministrazione nell’ipotesi in cui non sia dimostrabile la loro buona fede nell’adottare l’atto ritenuto illegittimo dalla corte di Giustizia o nell’averne autorizzato o consentito l’esecuzione” caso, quest’ultimo, che riguarda la commissione consiliare. Il parere giuridico precisa, inoltre, che “nel caso di deliberazioni di organi collegiali, la responsabilità si imputa esclusivamente a coloro che hanno espresso voto favorevole”. Dal canto loro i rappresentanti delle opposizioni hanno giudicato questo parere come una conferma del proprio no alla delibera sulla caccia in deroga.”Ormai è chiaro – ha affermato Gennaro Marotta dell’Idv – che insistere nel votare la caccia in deroga vuol dire partire con il piede sbagliato e avviarsi ad una sicura condanna della Corte visto che l’Unione Europea ha ribadito una pregiudiziale nettamente negativa nei confronti delle scelte venete in questa materia. Per cui chiedo, ancora una volta, all’assessore Stival di ritirare la delibera. Se si volesse arrivare, comunque, al voto il gruppo Idv non parteciperà. Analoga la posizione contraria del gruppo del Partito Democratico il cui consigliere Sergio Reolon ha rilevato che “non si tratta di essere contro la caccia, ma, più semplicemente, a favore del rispetto delle regole, in questo caso comunitarie”. “Noi – ha aggiunto – non siamo preoccupati di eventuali responsabilità personali dei consiglieri, ma del fatto che se la Regione Veneto dovesse pagare ad essere danneggiati sarebbero tutti i cittadini per cui chiediamo di non insistere in questo accanimento nell’approvare norme senza alcun senso e di ritirare la delibera. Se si volesse arrivare al voto il gruppo del Pd non ci sarà”.Anche il consigliere della Federazione della Sinistra Pietrangelo Pettenò si è dichiarato deciso a lasciare “tutta alla maggioranza Lega-Pdl la responsabilità di proseguire la battaglia con l’Unione Europea nonostante gli avvertimenti giunti da Bruxelles siano molto chiari”. “La sospensione del giudizio – ha spiegato il Presidente della commissione Bendinelli – è opportuna perché ritengo che l’obiettivo più importante non sia approvare il provvedimento a tutti i costi, ma tutelare l’istituzione regionale dai rischi di risarcimento che sono stati prospettati. Per questo motivo sono necessari ulteriori approfondimenti”. Quanto all’assessore Stival ha ribadito che il contenzioso con l’Unione Europea ha assunto un carattere “squisitamente politico” e pregiudiziale dal momento che la Regione Veneto ha risposto al 100% ai rilievi avanzati dall’UE per la gestione della caccia in deroga. L’assessore ha, tra l’altro, precisato che la scelta delle specie cacciabili in deroga è stata fatta tenendo conto che si tratta di specie sostanzialmente “stabili” come numero di capi come si evince anche dai dati dell’ istituto scientifico “Bird international” lo stesso di cui si avvale l’Unione Europea.
16 ottobre 2012