Di Nicola Stievano. Nuovo focolaio di influenza aviaria in un allevamento padovano. È il terzo caso nella nostra provincia dall’inizio dell’anno, dopo l’allevamento di tacchini di febbraio a Piove di Sacco e quello di oche e anatre a Sant’Urbano in settembre. Stavolta il contagio interessa l’allevamento Scudellaro, nel quale sono stati abbattuti 15 mila capi fra polli, galline, anatre, faraone e capponi, proprio nella settimana che precede il Natale, in uno dei periodi di maggior vendita di avicoli.
I servizi veterinari dell’Ulss 6 hanno riscontrato un focolaio di un virus influenzale a “bassa patogenicità”, del sottotipo H5, mentre a settembre a Sant’Urbano si trattava di un ceppo ad alta patogenicità. Questo però è stato sufficiente per far scattare, in via precauzionale, le misure di sicurezza e prevenzione sanitaria previste in questi casi. Il sopralluogo dei veterinari risale all’inizio della settimana e, dopo una serie di esami sui campioni, l’Ulss ha comunicato la positività al virus al sindaco Chiara Brazzo, la quale ha firmato l’ordinanza di abbattimento dei capi presenti nell’allevamento.
In seguito alla scoperta del focolaio il Centro di Referenza nazionale per l’influenza aviaria dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha diffuso un comunicato specificando che «nell’allevamento erano presenti circa 4.200 broiler (polli comuni da carne), 4.250 faraone, 1.400 anatre, 2.300 galline ovaiole, 2.800 capponi e 10 oche. I campioni sono stati raccolti a seguito di un incremento di mortalità rilevato a partire dalla sera del 15 dicembre». Queste morti improvvise hanno fatto scattare tutte le verifiche del caso fino ad arrivare, nei giorni successivi, alla conferma della positività al virus del sottotipo H5. Come è prassi viene istituita una zona di restrizione intorno al focolaio. Poiché si tratta di un virus a bassa patogenicità l’area è circoscritta al raggio di un solo chilometro dall’allevamento coinvolto, anziché di tre disposto in altri casi. Disposti l’abbattimento dei volatili, la distruzione delle carcasse per incenerimento, il trattamento dei materiali potenzialmente contaminati e la completa disinfestazione. Per l’azienda Scudellaro, che da alcune settimane dispone anche di un nuovo e moderno macello omologato alle severe direttive europee e che in quarant’anni di attività non ha mai registrato casi di aviaria né altre emergenze sanitarie, il danno è enorme. Nell’area di restrizione l’ordinanza dispone il censimento del pollame e il sopralluogo dei servizi veterinari, la sorveglianza sierologica e l’indagine epidemiologica con l’Istituto zooprofilattico delle Venezie.
Il Mattino di Padova – 26 dicembre 2017