James Gorman. Prima che inventasse l’agricoltura o la lingua scritta, prima che stabilisse una dimora permanente e di certo prima che cominciasse a tenere con sè dei gatti, l’uomo si accompagnava al cane. O, a seconda di come si vuole vedere il rapporto, il cane si accompagnava all’uomo. Ora gli scienziati vogliono stabilire con esattezza quando e dove sia nato questo legame. E da un nuovo studio condotto all’Università di Oxford e con collaboratori di tutto il mondo, potrebbe presto emergere qualche risposta.
Riguardo all’origine del cane, gli scienziati hanno un’idea generale: concordano sul fatto che si sia evoluto dagli antenati del lupo. Un tempo ritenevano che un giorno qualche lungimirante cacciatore- raccoglitore avesse sottratto un cucciolo di lupo dalla sua tana, iniziando ad allevarne degli esemplari, muovendo in questo modo i primi passi lungo la strada che ci ha condotti a guinzagli e collari antipulci.
Secondo l’opinione scientifica prevalente tuttavia oggi questa teoria non è accettabile. I lupi, anche se cuccioli, sono difficilmente addomesticabili, e per questo molti ricercatori ritengono assai più plausibile che i cani si siano, per così dire, “inventati da soli”. Immaginate che tanto tempo fa qualche esemplare di lupo meno timido abbia iniziato ad avvicinarsi ai cacciatori nomadi, rovistando tra i loro scarti e aggirandosi tra i loro accampamenti, subendo così una graduale evoluzione che lo avrebbe reso mansueto e riuscendo a riprodursi rapidamente grazie alla relativa abbondanza di cibo — sino a trasformarsi in quel festoso accattone che oggi consideriamo il migliore amico dell’uomo. Alcuni ricercatori mettono addirittura in dubbio che i cani provino sentimenti come l’amore e la lealtà, e mettono anche in dubbio che ci troviamo davvero davanti a due specie diverse.
Ma se il distacco tra specie diverse rimane confuso, il passato è addirittura avvolto in una profonda tenebra: l’addomesticamento del cane può essere ricondotto a circa 15mila anni fa. Già 14mila anni fa infatti i cani venivano seppelliti, in alcuni casi addirittura accanto al proprietario. Tuttavia, alcuni biologi sostengono l’addomesticamento dei cani sia iniziato ben più di 30mila anni fa. Su questo ci sono però teorie discordanti, che Greger Larson, biologo presso il dipartimento di Archeologia dell’Università di Oxford, imputa al fatto che il patrimonio genetico dei cani è assai confuso. La maggior parte delle razze canine, fa notare lo studioso, furono inventate nel XIX secolo. Quel processo, abbinato agli incroci casuali operati dai cani stessi e ai reiterati incroci avvenuti più volte nel corso degli ultimi 15mila anni tra cani e lupi, avrebbe ridotto il patrimonio genetico dei cani a “un minestrone” di cui, spiega Larson, è molto difficile individuare gli ingredienti. Il quale ha proposto la creazione di una vasta banca-dati basata sul Dna di antichi esemplari di lupi e canidi.
Così, insieme al collega Keith Dobney dell’Università di Aberdeen, Larson ha persuaso i maggiori ricercatori del settore a unirsi a un progetto di ampio respiro mirato allo studio di ossa antiche e del loro Dna. Larson e la sua squadra hanno raccolto materiale in tutto il mondo.
La fase di raccolta si è quasi conclusa, e dovrebbe mettere a disposizione degli studiosi circa 1500 reperti, oltre a diverse migliaia di foto e misurazioni dettagliate.
Mietje Germonpré, paleontologa presso l’Istituto reale belga di Scienze naturali, è una dei tanti scienziati che hanno preso parte al progetto. Insieme ad altri 22 ricercatori ha scritto un articolo che attribuisce ad un cane un teschio risalente a circa 32mila anni fa e rinvenuto in Belgio. Germonpré ritiene che l’uomo abbia deliberatamente voluto ottenere il cane a partire dai lupi.
Il dottor Larson spera di poter identificare come un segmento del Dna di lupo sia stato trasmesso a una specie più simile ai cani, e infine ai cani stessi. E spera di riuscire ad identificare il modo in cui il teschio o la mandibola dei lupi si sono modificati assumendo delle caratteristiche canine. Crede che la sua squadra riuscirà a stabilire il tempo e il luogo in cui la forza della mandibola di un lupo iniziò a cedere il passo alla persuasione prodotta dal naso di un cane che ci sfiora la pelle.
Repubblica – 20 gennaio 2016