Concluse, al ministero della Salute, le audizioni separate di 13 Organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria in tema di carenza di medici specialisti del Servizio Sanitario Nazionale. Si è parlato della necessità di porre rimedio all’attuale emergenza, ma i sindacati hanno anche evidenziato la necessità di soluzioni di ampio respiro, che rappresentino una risposta vera al problema. La prossima settimana si terrà un altro ciclo di incontri in date che saranno presto definite.
“E’ stato un confronto proficuo e utile. Ringraziamo tutti i sindacati per le indicazioni e i suggerimenti che abbiamo ricevuto – ha affermato il sottosegretario Armando Bartolazzi – in gran parte in linea con la nostra visione programmatica. Il ministero della Salute conferma l’intenzione già annunciata di procedere il più rapidamente possibile al fine di superare un problema per lungo tempo non affrontato”.
“È necessario un drastico cambio di rotta: ripartire dagli standard di personale per specialistica, per il completamento delle stabilizzazioni dei precari e per l’avvio di uno straordinario piano assunzionale che preveda anche l’allargamento delle borse di specializzazione”. Queste per Andrea Filippi della Fp Cgil medici, Biagio Papotto della Cisl medici e Roberto Bonfili della Uil Fpl medici, le premesse “indispensabili” anche all’individuazione di interventi urgenti e transitori.
“I rappresentati del Ministero presenti all’incontro hanno manifestato interesse per le proposte che l’Anaao Assomed avanza oramai dal 2011 e sottopone alla pubblica opinione e ai ministeri competenti al fine di migliorare l’offerta formativa per i medici italiani”, riferisce l’Anaao in una nota diffusa a termine dell’incontro, a cui ha partecipato Pierino di Silverio, Responsabile Nazionale Anaao Assomed-Settore Anaao Giovani. L’Anaao ha quindi espresso “soddisfazione per la sensibilità dimostrata dal Ministero e per l’apertura verso la risoluzione delle problematiche correlate alla formazione specialistica” e precisato che “vigilerà sui provvedimenti che il Governo intenderà adottare”.
Al ministero la FP CGIL MEDICI e DIRIGENTI SSN, la CISL MEDICI e la UIL FPL MEDICI hanno presentato una proposta unitaria “per risolvere il grave problema della carenza del personale della Dirigenza del SSN che da anni affligge i servizi, in particolare quelli di emergenza urgenza, frutto dei tagli lineari fatti in questi anni al personale anche in virtù di un indiscriminato blocco del turn-over”. Una proposta che, spiegano in un comunicato unitario, “vuole mantenere coerenza fra le esigenze di programmazione e di riorganizzazione del SSN e quelle che per caratteristiche di urgenza richiedono più rapidi tempi di attuazione”.
Per Filippi, Papotto e Bonfili è “indispensabile che il confronto si articoli su un programma di ampio respiro che nel risolvere le problematiche emergenti sappia investire sul futuro del Servizio Sanitario. Le nostre proposte si situano in una cornice di riferimento che contiene alcuni presupposti fondamentali: definizione degli standard di fabbisogno di personale specifici per ciascuna specializzazione; accesso al Servizio Sanitario Nazionale consentito solo al conseguimento di una specializzazione o di corsi di formazione di medicina generale, per garantire il completamento dei percorsi formativi, ma soprattutto nel rispetto dei titoli necessari all’accesso alle procedure concorsuali per le assunzioni di personale a tempo determinato e/o indeterminato; trasformazione dei corsi di formazione in medicina generale in scuole di specializzazione con standard formativi e retributivi sovrapponibili a quelle esistenti; revisione del fabbisogno di personale della Dirigenza Medica e Sanitaria anche per l’adeguamento del numero dei contratti di formazione specialistica corrispondenti alle reali esigenze registrate su tutto il territorio nazionale; rinnovamento dei percorsi formativi delle scuole di specializzazione che devono travalicare i confini dei Policlinici Universitari e inserirsi nelle realtà Territoriali ed Ospedaliere dei Servizi Sanitari Regionali anche al fine di consentire una più fluida integrazione ed un maggior spettro di esperienze formative dei giovani medici”.
Da queste preliminari considerazioni, fanno sapere Fp Cgil medici e dirigenti SSN, la Cisl medici e la Uil Fpl medici, “riteniamo sia indispensabile avviare un piano strategico che si articoli su alcuni punti fondamentali: superamento del vincolo dell’1,4% per la spesa del personale imposto alle regioni dal patto della salute del 2001, ed avvio di un piano straordinario di assunzioni di personale a tempo indeterminato in parallelo al completamento dei percorsi di stabilizzazione dei Dirigenti precari; incremento del numero delle borse disponibili per le scuole di specializzazione, 9000 per quelle di formazione specialistica, 3000 per quelle di formazione di medicina generale; utilizzo, in via esclusivamente transitoria ed in assenza di graduatorie utili e vigenti, delle graduatorie della specialistica ambulatoriali per assunzioni di personale dipendente a tempo indeterminato nella cornice contrattuale del CCNL della Dirigenza Medica e Sanitaria, con la possibilità della trasformazione dei contratti in convenzione di tipo parasubordinato della specialistica ambulatoriale in essere, in contratti di tipo subordinato propri della dipendenza”.
A tal proposito “si precisa che l’accesso lavorativo negli Ospedali del SSN deve essere consentito esclusivamente per mezzo di assunzioni in ruolo previste dal CCNL; utilizzo a livello nazionale di tutte le graduatorie aziendali utili e vigenti per mezzo di una banca dati centralizzata e costantemente aggiornata presso il Ministero della Salute; revisione del riconoscimento delle equipollenze specialistiche al fine di garantire risposte ai servizi sanitari con più evidente sofferenza di personale”.
“Abbiamo chiesto e ribadito – concludono Filippi, Papotto e Bonfili – l’importanza dell’apertura di un tavolo di confronto tecnico urgente e serrato che individui soluzioni a quelle problematiche che denunciamo da anni: integrare gli organici, aumentare i posti per le specializzazioni, ridare sicurezza ai luoghi di lavoro, restituire dignità alla professione dei Dirigenti del SSN a partire dal rinnovo contrattuale ancora dopo dieci anni, ingiustificatamente bloccato”.
Anche la CIMO ha presentato al Ministero della Salute le proprie proposte per contribuire ad affrontare il problema. “Con la nostra proposta articolata confermiamo al Ministero la piena collaborazione di fronte all’urgente questione della carenza di personale medico che finalmente viene affrontata in sede politica”, commenta Guido Quici, Presidente Nazionale Cimo, a termine dell’audizione al ministero. “Dopo anni di denunce del sindacato sulle storture del sistema di formazione e selezione del personale sanitario, i nodi sono venuti al pettine: da una parte le Università hanno monopolizzato la formazione in base alle proprie esigenze anziché ai reali bisogni formativi del sistema, dall’altra le Regioni hanno approfittato dei blocchi alle assunzioni per fare risparmi nei propri bilanci”.
Per la Cimo “è necessario rivedere il sistema attraverso una programmazione seria del fabbisogno del personale e dei meccanismi di accesso alla professione medica. “In un contesto di emergenza come quello attuale il sindacato, da sempre contrario ad interventi ‘tampone’, è disponibile a discutere soluzioni transitorie che sopperiscano a pericolosi vuoti di organico ma che devono essere limitate nel tempo, come nel caso degli specializzandi dell’ultimo anno, e differenti da formule di ‘affitto della manodopera medica’”, spiega Quici.
“Non possiamo invece accettare che, in assenza di provvedimenti, si stiano adottando sul territorio soluzioni di emergenza che portano ad un ulteriore peggioramento della situazione contrattuale e all’anarchia nel reclutamento di medici non specializzati” conclude Quici.
30 agosto 2018 – Quotidiano sanita