La preoccupazione diventa ancora più forte, dal punto di vista della concorrenza industriale, per il fatto che il divieto di produzione non significa divieto di importazione: i consumatori italiani possono comprare carne sintetica da produttori stranieri.
A guidare questo ristretto gruppo di aziende che realizza i principi attivi attraverso i bioreattori – poi venduti alle aziende della filiera alimentare – è l’azienda farmaceutica Olon, che ha sede a Rodano Milanese (rimasta una delle poche in Italia a realizzare anche principi attivi nei farmaci). Il gruppo sta investendo 60 milioni, a Settimo Torinese, per sviluppare e produrre proteine alternative.
La carne artificiale o sintetica viene realizzata a partire da cellule staminali di origine animale – tratte cioè da animali vivi – coltivate poi all’interno di bioreattori per costituire fibre e tessuti utilizzati per la produzione industriale.
Il disegno di legge, a firma congiunta dei ministeri della Salute e dell’Agricoltura e Sovranità alimentare e passato dal consiglio dei Ministri il 28 marzo, comprende “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici” e appunto stabilisce il divieto di produzione e commercializzazione sul territorio nazionale di alimenti sintetici «sia destinati al consumo umano sia destinati al consumo animale». Chi violerà le disposizioni sarà soggetto a una sanzione amministrativa «da un minimo di euro 10.000 fino a un massimo di euro 60.000, ovvero fino al 10% del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60.000, oltre alla confisca del prodotto illecito».
Ovviamente questo è il primo passo, poi si dovrà proseguire con l’iter per l’approvazione della legge vera e propria. Ma intanto i vertici della società farmaceutica Olon sottolineano come il mercato delle carni sintetiche sia in crescita anche in Italia. Vediamo i dati al momento disponibili, utili a tracciare un trend più che a dare le dimensioni vere e proprie del comparto (al momento non recensito). I consumatori di prodotti vegetali in Italia sono 22 milioni, considerati un possibile target di carni sintetiche. Se consideriamo sempre il mercato di sostanze di origine vegetale vediamo che in Italia la crescita è stata nel 2022 del 9%, a quota 681 milioni (terzo valore assoluto in Europa). Anche questo viene considerato dai produttori un buon indicatore per le potenzialità italiane. Secondo Barclays il giro d’affari delle proteine alternative potrebbe arrivare a valere 450 miliardi di dollari nel 2040. Per Blue Horizon e Boston Consulting group entro il 2035 l’11% delle proteine consumate nel mondo proverrà da fonti alternative, mentre gli investimenti già realizzati nel decennio 2012-2022 in questo ambito ammontano a 12,2 miliardi secondo il Good Food institute.
La norma italiana è stata accolta con entusiasmo dalle associazioni di categoria, da Coldiretti a Cia, mentre viene vista con scetticismo da gran parte del mondo scientifico, dalla Fondazione Veronesi al Cnr. Per ora l’Italia è il primo paese ad aver vietato la carne sintetica, mentre in Europa e negli Stati Uniti si finanziano start up.