Qualcosa il governo si dovrà inventare per risolvere l’ennesima bega che riguarda l’Imu. «Stiamo cercando una soluzione per superare il disagio dei cittadini», afferma il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi.
La soluzione si troverà con un emendamento nella legge di Stabilità alla Camera, ma è probabile che comunque a diversi proprietari di prima casa toccherà sborsare comunque la differenza tra l’aliquota Imu «abolita» e quella più elevata varata dal proprio Comune. In queste ore il governo sta cercando di capire il costo complessivo dell’operazione, censendo tutte le città che hanno innalzato l’aliquota Imu.
Bisogna però aspettare il 9 dicembre, il giorno entro il quale i Comuni possono comunicare le aliquote «finali». Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, afferma che si «dovrebbe fare di tutto per trovare un accordo con i Comuni e puntare a fissare una fascia di reddito sotto la quale non si dovrà pagare niente. Con l’Anci nei prossimi giorni ci incontreremo certamente per trovare una soluzione». Il che significa che al di sopra di una certa fascia di reddito comunque si dovrà pagare la Il problema però, come sottolinea il ministro Lupi, è l’incertezza più che un eventuale piccolo esborso solo da parte di pochi cittadini di poche città: «È una cosa minima, importi di pochi euro, ma che crea confusione».
A questi problemi tecnici si aggiungono quelli politici, con una grossa fetta del Pd – che sin dall’inizio si era dichiarato contrario all’abolizione dell’Imu per tutti, compresi i ricchi – che spara a zero: «è una bandierina di Brunetta», commenta il sindaco di Firenze Matteo Renzi, probabile nuovo segretario del Pd dall’8 dicembre. Poi c’è il malumore di quei sindaci «virtuosi» che non hanno alzato le aliquote perché hanno saputo gestire i loro bilanci, e ora vedrebbero premiati i loro colleghi che invece hanno aumentato l’Imu per far quadrare i conti. Comuni che vengono criticati da Fabrizio Cicchitto (Ncd): «hanno ulteriormente elevato la pressione fiscale; c’è un nodo della finanza locale che è un autentico buco nero».
Intanto, sale ancora il fabbisogno dello Stato. L’andamento di cassa dei conti pubblici sale di altri 7,2 miliardi, raggiungendo quota 94,8 miliardi. È un valore molto alto, circa 30 miliardi in più dell’ammontare che si era raggiunto un anno fa a novembre. Ma per il Tesoro non rappresenta una sorpresa. Anzi. L’andamento è in linea con le ultime previsioni e – secondo alcune valutazioni – potrebbe anche migliorare l’obiettivo di 84,5 miliardi indicato nel Def.
La Stampa – 3 dicembre 2013