Continua la corsa del mais e delle altre materie prime per l’alimentazione del bestiame. I mangimisti rinnovano l’appello per togliere i dazi all’import. L’impennata del prezzo dei cereali sta mettendo a rischio la tenuta della nostra zootecnia
Il prezzo del mais (267 euro per tonnellata il 20 settembre alla borsa merci di Bologna) è il più alto degli ultimi venti anni. Stessa cosa per il prezzo della soia che ha raggiunto quota 495 euro per tonnellata, come riporta Ismea nelle sue analisi di mercato. Un record che arriva dopo incrementi anche del 70% nel volgere di sette mesi. E potrebbe non essere finita qui. Per il mais le stime per il 2012/2013 evidenziano uno squilibrio fra domanda e offerta che potrebbe portare alla contrazione degli stock. Situazione analoga si registra per il frumento. Colpa in gran parte della siccità che ha colpito sia i territori dell’ex Urss, sia quelli del Midwest statunitense. Solo per la soia si attendono raccolti più elevati rispetto allo scorso anno. In Italia le cose, se possibile, vanno persino peggio. La produzione di mais è attesa in flessione del 20% e raggiungerà a fatica i sette milioni di tonnellate. E per soddisfare le esigenze di alimentazione del bestiame allevato in Italia le importazioni dovranno salire al 50% del nostro fabbisogno complessivo.
L’appello
E’ questo lo scenario che si prospetta sul fronte degli alimenti per il bestiame e con il quale devono fare i conti allevatori e mangimisti. I primi alle prese con aumenti dei costi non facili da assorbire, i secondi con nuovi problemi di approvvigionamento, oltre che di prezzi. C’è di che preoccuparsi e Assalzoo, l’associazione dei mangimisti italiani, ha preso carta e penna per indirizzare al ministro per le Politiche agricole, Mario Catania, una lettera nella quale si chiedono misure urgenti per scongiurare nuove tensioni nel settore zootecnico. Già in difficoltà dal progressivo innalzarsi dei costi di produzione, molti allevamenti sono con l’acqua alla gola.
Le richieste
Come fronteggiare l’emergenza? “Assalzoo chiede di garantire – recita un documento dell’associazione dei mangimisti – l’accesso ad ogni fonte di approvvigionamento possibile per consentire di soddisfare la richiesta di mangimi.” Un’invocazione dietro la quale si legge, pur se non espressamente citata, la richiesta di togliere alcuni vincoli all’impiego delle farine animali e dei prodotti Ogm. E poi “sospendere i dazi sulle importazioni di cereali foraggeri”. Una richiesta che il presidente di Assalzoo, Alberto Allodi, aveva già inviato al ministro Catania a fine agosto. Ma che evidentemente non ha avuto risposta. Vedremo se questa volta andrà meglio. Poi bisognerà vedere cosa ne pensa Bruxelles.
30 settembre 2012 – Agronotizie