In esubero, prepensionati, esodati, staffettati: in Italia aumentano i precari a fine carriera, protagonisti di un conflitto latente fra le generazioni sul mercato del lavoro. Lo segnala il Censis nel secondo dei quattro incontri del tradizionale appuntamento di riflessione di giugno «Un mese di sociale», dedicato quest’anno a «I vuoti che crescono».
Si crede molto alla raccomandazione, più che alla formazione
Secondo una recente indagine del Censis, solo il 17,4% dei rispondenti con 50 anni e oltre è convinto che il possesso di una solida formazione sia l’elemento più importante per trovare lavoro in Italia, mentre la maggioranza (il 51,6%) indica la possibilità di contare su una raccomandazione. Seguono, a buona distanza, la conoscenza di una lingua straniera (23,1%) e solo dopo le capacità personali (21,2%). Nell’ultimo anno il 95% degli occupati non ha partecipato ad alcuna attività formativa nel mese precedente la rilevazione. Se si allarga l’osservazione ai dodici mesi precedenti, la percentuale supera comunque il 78%. E fra gli over 50 il tasso di partecipazione ad attività formative nell’ultimo mese si ferma al 4,6%.
I disoccupati over 50 sono 438mila
Il Censis ricorda che gli over 50 anni in Italia sono 24,5 milioni. Tra loro gli occupati sono poco più di un quarto, quasi 6,7 milioni, di cui gli uomini superano di poco i 4 milioni e le donne raggiungono i 2,6 milioni. I disoccupati over 50 hanno raggiunto le 438mila unità, con un aumento rispetto al 2008 di 261mila persone in termini assoluti e del 146% in termini relativi (in soli dodici mesi l’area della disoccupazione ha visto un incremento di 64mila unità: +17,2% tra il 2012 e il 2013).
Triplicati i disoccupati over 50 negli ultimi sei anni
E i disoccupati di lunga durata ultracinquantenni sono quasi triplicati negli ultimi sei anni: sono passati da 93mila a 269mila (+189%). E molti over 50 sono spinti a entrare nel mercato del lavoro dall’insicurezza economica determinata dalla crisi, dall’erosione oggettiva dei redditi, dalla necessaria compressione dei consumi.
Conflitto latente fra le generazioni sul mercato del lavoro
«Tra i bocconi avvelenati della crisi – sottolinea il Censis – c’è il conflitto latente fra le generazioni sul mercato del lavoro. Avere un impiego non è mai stato così difficile, soprattutto per i giovani. Ma si è ridotto l’orizzonte di opportunità anche per le persone più avanti nell’età, a partire da chi ha oggi 50 anni. Per molti di loro è scattata la ricerca affannosa del mantenimento dei livelli di benessere raggiunti e comportamenti conservativi che riflettono la riduzione oggettiva degli spazi di iniziativa e alimentano un egoismo difensivo». Il segmento degli adulti di 50-70 anni «sembra in buona parte abbandonato al triste destino di esuberi, prepensionati, esodati, staffettati, senza alcun meccanismo utile per conservare almeno una porzione di quell’importante capitale umano».
Aumenta la cassa integrazione per gli over 50
Le politiche attive del lavoro e la Cassa integrazione si sono orientate in questi anni ad affrontare le condizioni dei lavoratori più anziani in difficoltà. Fra il 2010 e il primo semestre del 2013 tra i beneficiari degli interventi (escludendo dal totale gli apprendisti) aumentano proprio gli over 50, che passano dal 12,4% al 15,5% (circa 100mila persone).«L’impatto di una lunga recessione – scrive il Censis – può essere contrastato sul piano delle opportunità occupazionali, del reddito e della sicurezza economica attraverso un efficace adattamento delle risorse individuali disponibili e attraverso la valorizzazione del capitale umano. Ma anche su questo piano l’Italia si mostra debole».
Il Sole 24 Ore – 18 giugno 2014