Giunto alla sesta edizione, il rapporto visualizza i dati principali e le emergenti minacce alla salute pubblica del 2011 su tutti e 27 i paesi della UE, oltre a Islanda, Norvegia e Liecthenstein. Nel 2011 sono state sottoposte a rilevazione 64 minacce di salute pubblica, una diminuzione del 31% sull’anno precedente. Come aspetto caratterizzante, nel 2011 tali rischi sono derivati principalmente da cibo e acque (36%), ma anche da malattie imputabili all’ambiente e ad agenti zoonotici, cioè trasmissibile da animale a uomo (31%). Un 11% è stato attribuito all’influenza, mentre la restante parte (22%) è imputabile a resistenza antimicrobica, infezioni ospedaliere, malattie sessualmente trasmissibili, e malattie per cui vi è un vaccino. Circa le infezioni su base alimentare, il campylobacter è all’origine delle più frequenti infezioni gastroinstesinali in Europa.
Seguita da brucellosi, trichinellosi ed epatite A. La campilobatteriosi è in aumentocome diffusione generale, anche se molti casi sono sporadici e con andamento stagionale. La carne di pollo (non adeguatamente cotta o cruda) è responsabile del 20-30% delle infezioni nell’uomo. La Salmonellosi rimane la seconda più diffusa patologia intestinale in Europa, anche se ha continuato a diminuire dal 2004 anche inseguito ai programmi di controllo europeo.
Infezioni su base parassitaria, come la giardosi e la criptosporidiosi, sono abbastanza comuni ma con frequente mancata segnalazione e conteggio delle autorità sanitarie (cd under reporting), che potrebbe occultarne la reale diffusione.
Il rapporto fa anche il punto sui colibatteri in particolare, l’E. Coli produttore di Tossine Shiga (E. Coli STEC) tedesco del 2011, un nuovo ceppo (STEC 0104:H4), connesso al consumo di germogli infettati.
Consigli di gestione del rischio
Il rapporto dell’ECDC avanza poi una serie di consigli in chiave di gestione del rischio (Risk Mangement) sulle E. Coli STEC, che da sole hanno rappresentato una buona parte dei ricoveri e morti di tutte le zoonosi dell’anno passato, come messo in evidenza anche da rapporto congiunto di EFSA ed ECDC in grado di visualizzare gli ultimi anni (2007-2011) restituendo un trend.
Gli scoppi epidemiologici delle infezioni (come ad esempio quella tedesca summenzionata) richiedono misure di controllo per garantire la sicurezza microbiologica degli alimenti, e precise prassi igieniche nel manipolare alimenti pronti al consumo. Ma anche la comunicazione tra autorità sanitarie e invece alimentari, dovrà essere più rapida ed efficiente, all’interno del singolo paese ma anche tra paesi diversi.
Paese che vai, infezione che trovi
Inoltre il report sottolinea come certe infezioni siano più diffuse solo in certi paesi e regioni della Unione.
La brucellosi è stata segnalata prevalentemente in Portogallo, Spagna e Grecia; la trichinellosi deriva per lo più da Bulgaria, Romania e Lituania (ed è associata con il consumo di animali allevati per autoconsumo). La parte prevalente dell’echinococcosi poi deriva dalla Bulgaria. La Yersinia sta calando ma nei paesi nordici, in Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia è ancora diffusa, a partire dal consumo di carne di maiale. L’Epatite A rimane relativamente frequente in Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Bulgaria.
Infine, ma non per ultimo: la resistenza ai più diffusi antibiotici rimane un grosso problema in Europa in particolare per i batteri Gram negativi, mentre la situazione è maggiormente sotto controllo per i Gram positivi.
European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Annual epidemiological report. Reporting on 2010 surveillance data and 2011 epidemic intelligence data. Stockholm: ECDC. Mar 2013.
http://www.ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/Annual-Epidemiological-Report-2012.pdf
Fonte: Sicurezza alimentare – 15 marzo 2013