Il balletto di cifre riserva continue sorprese ma insiste sempre sulla stessa “mattonella” dei tre miliardi. La quota, cioè, pari all’aumento del Fondo sanitario nazionale 2016, preventivato dal Patto per la salute fin da luglio 2014. Su questa certezza la scorsa settimana è arrivata però la doccia fredda del presidente del Consiglio, che in un’intervista tv spiegava sibillino: «Escludo tagli sulla sanità, se le cose vanno in un certo modo, male che vada in legge di Stabilità ci saranno le stesse cifre di quest’anno».
Cioè? Poiché proprio quest’anno la Sanità ha subito un taglio di 2,35 miliardi, le affermazioni di Matteo Renzi hanno spalancato il vaso di Pandora delle polemiche. Dai sindacati medici alle Regioni che sono all’ opposizione, si è scatenato un fuoco di fila di commenti e interprelazioni. Con la ministra della Salute Beatrice Lorenzin che provava, con qualche incertezza, a gettare acqua sul fuoco. Prima garantendo che l’aumento del Fondo «sarà di 2 miliardi» (ma non erano tre), poi smentendo le voci su nuovi tagli lineari in arrivo. Finché è arrivata a maggiore chiarezza: secondo la ministra occorre «rimanere sullo stanziamento della stabilità del 2015 però facendo la spending, che non sono tagli ma la messa in efficienza del sistema». Poi, la lista di cose «assolutamente necessario»: investire nella ricerca e dare accesso ai nuovi farmaci oncologici ed epatite C (rimpinguando anche il fondo e abbassando il prezzo dei superfarmaci); investire sul personale soprattutto al Sud, dove il blocco del turn over ha messo in difficoltà le strutture sanitarie etiene fuori dal mondo sanitario migliaia di giovani specializzali: potenziare i Pronto soccorso e la rete dell’urgenza del nostro paese. Un piatto ricco, su cui però mostra cautela il presidente delle Regioni Sergio Chiamparino: «Nel Patto per la Salute che era stato proposto e sottoscritto dal Governo e da noi, le cifre erano 2 mld in più nel 2015, 3 mld nel 2016 e altri 2 mld in più sul 2017. Quindi quelli sul 2015 sono stati azzerati. Mi aspetto che non siano azzerati quelli sul 2016, anzi che ci sia un giusto adeguamento. Le cifre però le faremo quando saremo in condizione di vedere le carte», ha spiegato. Perché «bisogna trovare un equilibrio tra l’esigenza di risparmiare e quella di mantenere un’alta qualità del nostro sistema sanitario. E questo si fa solo con gli investimenti».
Investimenti e difesa del Ssn è ciò che chiedono anche i medici. Che alla possibile valanga di nuovi tagli in arrivo rispondono con una mobilitazione generale, annunciata sotto il grande ombrello Fnomceo. Si farà a ottobre, quando con la presentazione della legge di Stabilità il governo scoprirà le carte. Intanto, pressano la ministra su un altro tema che scotta: la guerra alla iperprescrizione su cui è in arrivo il Dm che blinda 180 prescrizioni e che la scorsa settimana ha ricevuto il visto del Consiglio superiore di Sanità. Un altro tavolo da gioco, ma la partita è sempre quella.
Barbara Gobbi – Il Sole 24 Ore sanità – 22 settembre 2015