“Siamo pronti a discutere sulla riduzione delle regioni. Servono, ma devono essere riorganizzate. Si potrebbero fare delle cose insieme tra diverse Regioni, aggregarle su progetti condivisi, sulla gestione di alcune strutture anche sanitarie”. Lo ha detto a Mix 24 di Gianni Minoli su Radio24, il presidente della Regione Piemonte e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino.
“Si sta discutendo una riforma importante, quella del Titolo V e della seconda Camera – ha sottolineato Chiamparino – Come presidente della Conferenza sono pronto a sedermi a un tavolo e discutere di questi temi. Se il Governo è pronto noi siamo pronti a discutere su un riordino anche territoriale delle Regioni e anche su una ridefinizione assai più drastica di quello che sta avvenendo al Senato sull’attribuzione di funzioni. Io sono pronto a questa sfida”.
Chiamparino non si è sbilanciato sul numero ipotetico delle nuove macro regioni: “E’ inutile che io dica quante – ha concluso – Io sono pronto ad affrontare questa discussione ma c’è bisogno di un interlocutore al tavolo, non possiamo parlare da soli”.
Chiamparino a Renzi: serve incontro urgente su ruolo e competenze Regioni
È necessario “un incontro urgente” con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per “individuare interventi correttivi al testo del Disegno di legge costituzionale,” in materia di politiche attive del lavoro, ma “più in generale, per una riflessione comune sulle prospettive e sul ruolo delle Regioni”. La richiesta è stata formulata a nome della Conferenza delle Regioni in una lettera che il presidente Sergio Chiamparino ha inviato al presidente del Consiglio, al sottosegretario Delrio e ai ministri Boschi, Lanzetta e Poletti. L’ulteriore caso, in ordine cronologico, che ha portato il Presidente della Conferenza delle Regioni a scrivere al presidente del Consiglio nasce dal dibattitto sul Disegno di legge costituzionale, approvato dal Senato e attualmente all’esame della Camera dei deputati. “La commissione Affari costituzionali, nella predisposizione del testo per l’Aula, ha approvato – fra gli altri – un emendamento all’articolo 30, di modifica dell’articolo 117 della Costituzione, che riconduce in capo allo Stato la piena competenza in materia di tutela e sicurezza del lavoro e, cosa ancor più grave, in materia di politiche attive del lavoro”.
La Conferenza delle Regioni , nella seduta odierna, scrive Chiamparino – “ha espresso netta contrarietà su tale intervento” che “priva le Regioni delle competenze in materia di lavoro, determinando una separazione netta fra le politiche attive e la formazione professionale che resta di competenza regionale, facendo così venire meno quel legame che necessariamente deve invece sussistere per il buon funzionamento del sistema”. La “ricentralizzazione delle competenze in materia di lavoro, contraria peraltro a quanto accade negli altri Paesi europei, rischia di replicare le fallimentari esperienze del passato”. È importante, conclude Chiamparino che “la programmazione delle politiche attive resti di competenza delle Regioni che, per la maggiore vicinanza ai territori, sono in grado di modulare gli interventi sulla base delle effettive esigenze del contesto produttivo locale”.
20 dicembre 2014