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Chiamparino: “I fondi previsti dal governo non bastano. Così sarà difficile rientrare dei debiti. Ci sono costi in aumento per farmaci, ospedali e contrattii”. Zaia: “Benvenuto tra noi”

Alessandro Mondo. Il rimpallo dei numeri non risolve: esiste una serie di ragioni, di cui anche il governo è consapevole, che ci fa ritenere insufficiente l’aumento di un miliardo previsto per la Sanità nel 2016». Sulla base di queste ragioni Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, attende la convocazione dell’incontro chiesto al ministro Lorenzin.

Il problema dei numeri è che non tornano: ancora ieri Renzi ha sostenuto che i fondi per la Sanità aumentano costantemente.

«Dipende di cosa stiamo parlando».

Centosei miliardi nel 2013, 109 nel 2014, 110 quest’anno, 111 il prossimo: così ha ricordato il premier.

«Io invece ricordo i numeri previsti dall’accordo con il governo: 109,9 miliardi nel 2014, 112,3 quest’anno, 115,3 nel 2016, 117 nel 2017. Se per l’anno prossimo il governo calcola 111 miliardi significa che qualcosa non torna».

Cioè?

«Non ricordare, ad esempio, che quest’anno le risorse per la Sanità dovevano aumentare di due miliardi: incremento al quale le Regioni hanno rinunciato, responsabilmente ma giocoforza, per minimizzare l’impatto dei 4 miliardi di tagli previsti complessivamente da Roma. Nessuna volontà di aprire un braccio di ferro con il governo, ma ripeto: un miliardo di aumento per il 2016 non basta».

Perché?

«Perché si tratta di raggiungere una serie di obiettivi ai quali tende lo stesso governo e perché molte Regioni, soggette al piano di rientro del debito, si troverebbero in difficoltà: i conti erano stati fatti sulla base degli impegni presi».

Regioni in piano di rientro come il Piemonte, che a fine anno dovrebbe uscirne: ieri il ministro si è complimentato con lei e con l’assessore Saitta per le riforme della Sanità piemontese.

«Lo apprezzo, ma questo non cambia la sostanza. Primo: i risparmi derivanti dalle riforme sanitarie, adottate da tutte le Regioni, devono essere reinvestiti nel settore. Secondo: se non vogliamo compromettere il circuito virtuoso che si è messo in moto, servono risorse adeguate.

Si spieghi meglio.

«Sull’appropriatezza, cioè il ricorso non ridondante ad esami e farmaci, la sintonia con il governo è totale: la razionalizzazione del sistema sanitario è un obiettivo che le Regioni hanno posto per prime. Idem per la riduzione del numero delle Asl e la centralizzazione degli acquisti. Ma questa è solo una gamba sulla quale deve viaggiare la Sanità riveduta e corretta: l’altra sono fondi adeguati, senza i quali viene meno il senso delle riforme e la spinta di quanti sono chiamati a realizzarle».

Sta dicendo che non si possono fare le nozze con i fichi secchi?

«Dico che dai farmaci salva-vita di ultima generazione all’avvento delle nuove tecnologie, passando per la necessità di rimettere mano all’edilizia sanitaria, sovente obsoleta, ci sono voci di spesa in aumento che devono essere coperte. Ma il discorso è ancora più complesso, chiama in causa altri fattori».

Ad esempio?

«C’è una componente economica: la domanda pubblica, sulla base di risorse adeguate, è un sostegno anche per l’industria farmaceutica, tra le poche che in questo Paese fanno ricerca. C’è il rinnovo dei contratti, cominciando da quello dei medici di base. Vogliamo parlare della revisione dei Lea?».

… con riferimento alle nuove prestazioni?

«Esatto. L’inserimento della fecondazione eterologa o di prestazioni che si intrecciano con le politiche sociali, ad esempio l’assistenza domiciliare, comporta ulteriori costi a carico delle Regioni. Per questo mi aspetto che il governo accetti il confronto, non sulla base di vuote rivendicazioni da parte nostra ma di esigenze reali: il consolidamento o meno delle riforme, già avviate sui territori, passa dalla capacità di dare risposta a queste esigenze». (La Stampa – 4 ottobre 2015)

SANITA’: ZAIA, “TAGLI ORA PREOCCUPANO ANCHE CHIAMPARINO. BENVENUTI TRA NOI. NEL 2016 SARANNO ALTRI 4,3 MLD IN MENO. UNICA DIFESA NOSTRO RICORSO ALLA CONSULTA”

 “Quando, già da mesi, accusavo il Governo di giocare con i numeri per nascondere i tagli che stava facendo piovere sulla sanità, sono stato fatto passare per il solito oppositore allarmista e strumentalizzatore. Mi fa piacere che ora quelle mie preoccupazioni emergano anche da parte del Presidente Chiamparino. I tagli ci sono e sono pesantissimi: tagli nei singoli atti governativi, tagli sotto forma di finanziamenti, minori e insufficienti, rispetto a quanto solennemente concordato tra Stato e Regioni, tranne il Veneto che disse no allora e ha detto no la scorsa settimana con il ricorso avviato alla Corte Costituzionale”.

Così il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta i contenuti di preoccupazione emersi in un’intervista al Presidente della Conferenza dei Presidente delle Regioni Sergio Chiamparino, pubblicata oggi su un quotidiano piemontese, nella quale lo stesso Governatore dichiara di ritenere insufficiente lo stanziamento nazionale previsto per il 2016 e aggiunge che “il rimpallo dei numeri non risolve”.

“Se la matematica non è un’opinione – aggiunge Zaia – i 111 miliardi calcolati dal Governo per il prossimo anno sono un taglio di 4,3 miliardi rispetto ai 115,3 miliardi previsti dall’accordo con le Regioni (sempre così definite, ma meno il Veneto che disse no)”.

“Per fortuna di tutte le Regioni, nessuna esclusa, c’è ancora qualche speranza legata all’esito del ricorso alla Corte Costituzionale deciso dal Veneto che, se accolto, rimetterebbe tutto in discussione, compreso lo scempio di non aver voluto utilizzare i costi standard come regola generale per risparmiare e tagliare esclusivamente gli sprechi veri”.

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