Se le imprese della sanità privata cesseranno la protesta e ritireranno i licenziamenti annunciati, la Regione allenterà i cordoni della borsa mitigando la linea del rigore: a fronte dei 145 milioni stanziati nel 2012, il budget di quest’anno, inizialmente tagliato di una cinquantina di milioni (-30% delle prestazioni autorizzate) risalirà notevolmente fino a sfiorare i 125.
Ma non sarà un grazioso gesto unilaterale. Ai partner (cliniche, poliambulatori, laboratori d’analisi, centri di riabilitazione) l’amministrazione del Veneto chiederà garanzie concrete in tre direzioni: la riorganizzazione della rete dei servizi complementari alla sanità pubblica che superi gli attuali squilibri sul territorio; la collaborazione nella lotta agli sprechi, con particolare riferimento all’eccesso di prescrizioni di visite specialistiche ed esami diagnostici; l’impegno all’abbattimento dei tempi d’attesa, anche attraverso le prestazioni nella fascia notturna e nei giorni festivi. È quanto prevede la nuova delibera di Palazzo Balbi messa a punto dall’assessore Luca Coletto con la consulenza del segretario alla sanità Domenico Mantoan: in settimana sarà presentata alle parti sociali con l’obiettivo di raggiungere l’intesa che ponga fine alla vertenza. «C’è la prospettiva concreta di un accordo», è il commento di Coletto «i licenziamenti adottati dalle imprese, a trattativa aperta, mi hanno colpito profondamente, credo si tratti un segnale negativo che in questa congiuntura sociale critica va assolutamente scongiurato. Il punto di partenza, lo ribadisco, è la scure calata dal Governo sui finanziamenti alla sanità: nel prossimo triennio il Veneto avrà un miliardo in meno a disposizione e ciò impone una revisione di spesa. Abbiamo cercato di calibrare i tagli, evitando la linearità e puntando sulle economie di bilancio, ora serve il concorso di tutti i soggetti, pubblici e privati. Siamo disponibili, entro certi limiti, a rivedere le cifre purché prevalga il buon senso. La difesa dell’occupazione e la tutela del welfare sono compiti della politica ai quali non intendiamo sottrarci». Queste condizioni saranno ritenute accettabili dalle imprese convenzionate? Nei giorni scorsi il “comitato di crisi” che organizza la protesta ha denunciato il rischio di perdere mille posti di lavoro compromettendo la qualità dei servizi erogati e nel confronto con la Regione – culminato nell’incontro con il governatore Luca Zaia – ha rivendicato costi minori e maggiore efficienza rispetto al sistema pubblico. Le distanze, alla luce della nuova delibera, sembrano accorciarsi. Accordo a portata di mano? Lo sapremo presto
Filippo Tosato – 3 aprile 2013