Il Coisp protesta, la direttrice sanitaria si scusa. Uno è stato preso per il collo, a un altro hanno morso una mano, un terzo si è lussato il pollice, l’ultimo ha rimediato calci e spintoni.
Quattro poliziotti finiti in ospedale per aver arrestato Giancarlo Borsoi, ex benzinaio che il 21 giungo scorso si era sistemato con una brandina nella sala d’aspetto del Comune di San Vendemiano (Treviso) dichiarandosi prigioniero politico, e il fratello Mario. Il peggio però è arrivato al Pronto soccorso di Conegliano, dove due uomini della Digos, uno della Scientifica e uno delle Volanti (quest’ultimo in divisa) appartenenti al commissariato locale si sono visti presentare il conto per le cure ricevute, in quanto codici bianchi. In tutto 260 euro di ticket: 65 a uno, 58 ciascuno ad altri due, 79 all’ultimo. «Abbiamo specificato di essere poliziotti in servizio, anche perchè i medici ci hanno chiesto cosa fosse successo — racconta l’agente che si è sentito stringere le mani al collo e, avendo difficoltà a deglutire, è stato sottoposto a Tac alla trachea —. Tra l’altro la nostra è una piccola realtà, quindi conosciamo bene uno dei dottori che ci hanno seguiti, sa che mestiere facciamo. Ma alla cassa ci hanno detto: non sappiamo come procedere, non abbiamo direttive che inseriscano la vostra fattispecie tra gli infortuni sul lavoro. Non è giusto».
E infatti una delibera approvata dalla giunta Zaia il 25 marzo scorso, seguita da una nota inviata il 2 maggio ai direttori generali delle Usl dalla segreteria della Sanità, dice chiaramente: «Gli appartenenti alle forze di polizia, all’Arma dei carabinieri, alle forze armate e ai vigili del fuoco, corpi privi di copertura Inail, per il ricorso a cure del Pronto soccorso a seguito di infortunio sul lavoro non sono assoggettati al pagamento della quota di accesso e di compartecipazione alla spesa». «L’inghippo sta nella non appartenenza di queste categorie all’Inail, che crea problemi ai programmi delle Usl — spiega il dottor Paolo Rosi, coordinatore del Centro regionale per l’emergenza urgenza —. Proprio per evitare problemi, già il 24 aprile 2012 avevo mandato una circolare ai direttori dei Pronto soccorso per spiegare che per le prestazioni erogate ad appartenenti alle forze dell’ordine o armate non va compilata la denuncia all’Inail. Vanno considerate sempre come infortunio sul lavoro e come tali non assoggettabili al ticket». Per il sindacato di polizia Coisp l’episodio di Conegliano «è un precedente molto pericoloso e nemmeno l’unico», perciò l’ha segnalato al Viminale e al ministero della Salute. «E’ stata la svista di un operatore — ammette Maria Grazia Carraro, direttore sanitario dell’Usl 7 di Pieve di Soligo — appena il dirigente dei poliziotti mi ha chiamata per raccontarmi l’accaduto, ho annullato il ticket. Non era dovuto, ci scusiamo, per fortuna abbiamo recuperato».
Il Corriere del Veneto – 3 luglio 2013