Ogni sera 842 milioni di persone al mondo, su sette miliardi, vanno a dormire affamate. E non solo nei Paesi poveri, ma anche a Milano, a Londra, a New York. Non mangiano a sufficienza.
C’è anche chi il cibo ce l’ha, ma di pessima qualità: nel Mississippi, la percentuale degli obesi è altissima (30% della popolazione), ma un buon numero di persone (oltre il 17%) rischia di andare incontro a malattie croniche perché l’alimentazione, a base di «cibo spazzatura» economico, non assicura quei nutrienti, come vitamine, ferro e antiossidanti, che sono vitali per mantenere un buono stato di salute. «Eradicare la fame nel mondo» è il tema della decima conferenza sul Futuro della scienza organizzata dalla Fondazione Veronesi con la Fondazione Giorgio Cini e la Fondazione Silvio Tronchetti Provera che si conclude oggi a Venezia. Se sconfiggere la fame è importante (alcune soluzioni possono arrivare dalla scienza, ma anche la politica deve intervenire), lo è altrettanto che la ricerca si preoccupi di studiare alimenti capaci di prevenire malattie, sia nei Paesi poveri (il riso giallo geneticamente modificato perché contenga vitamina A, potrebbe sconfiggere la cecità dei bambini) sia in quelli ricchi dove alimenti «addizionati» con quei nutrienti che mancano nell’alimentazione a basso costo potrebbero aiutare a combattere malattie croniche. Un esempio? I pomodori viola, che producono le antocianine capaci, sembra, di aumentare la sopravvivenza e proteggere dalle malattie cardiovascolari. Per adesso nei topi, ma la ricerca continua.
Adriana Bazzi – Corriere della Sera – 20 settembre 2014