Nel giorno in cui trovano l’accordo definitivo a tempo di record per il riparto di 108,4 mld da destinare quest’anno ad asl e ospedali, i governatori mettono in cassaforte un impegno da parte del Governo per il 2017-2018: nei prossimi due anni, infatti, la sanità pubblica potrebbe incassare un doppio aumento di 2 mld, con un Fondo sanitario che salirebbe rispettivamente a 113 e a 115 mld. Ad annunciare questo cambio di passo del Governo (e dell’Economia) è stato ieri il sottosegretario per gli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, a margine della Conferenza Stato-Regioni.
Il via libera – un impegno preciso – all’aumento delle risorse per l’assistenza sanitaria nel prossimo biennio, è arrivato in risposta a una richiesta elaborata dalle dalle Regioni con l’intesa, sancita sempre ieri, che ha definito le modalità di applicazione dei tagli da 2,2 mld extra sanità previsti dalla legge di Stabilità 2016 a carico delle amministrazioni locali . Le somme in più, in sostanza, vengono giustificate dalla necessità di garantire i Lea (livelli essenziali di assistenza), con la precisazione che «tali stanziamenti assorbono il contributo alla finanza pubblica delle Regioni per gli anni 2017-2018 sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto» per lo stesso importo previsto in più di 4 mld totali in due anni.
Sempre sulla sanità, ieri i governatori hanno rilanciato al Governo la richiesta di aprire i tavoli della spesa del Ssn e per l’introduzione dei costi standard, che anche nel riparto dei fondi per quest’anno è ancora a livelli prudenti per la necessità di non compromettere qualsiasi chance di ripresa nelle Regioni commissariate e sottoposte a piano di rientro dai maxi disavanzi.
Sulla sanità, del resto, i fronti aperti sono numerosi. C’è il capitolo rovente della governance farmaceutica (tetti e pay back) su cui ancora ieri c’è stato un nulla difatto, con un rinvio ancora di qualche settimana. E nonostante il riparto concordato tra i governatori dei 108,4 mld del Fondo sanitario di quest’anno (ma si aggiungeranno in seguito altri fondi fino a quota 111 mld per le quote vincolate agli “obiettivi di piano”), restano da risolvere almeno tre rebus. Li ha indicati Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), rappresentante dei governatori: «Ora subito al lavoro per l’aggiornamento dei Lea, per la riduzione della mobilità sanitaria e per la possibile revisione dei criteri di riparto», ha dichiarato. I nuovi Lea, ai quali la Stabilità 2016 ha vincolato 800 mln, saranno inviati entro fine mese da Lorenzin al parere delle Regioni, ma dovranno anche passare al vaglio delle commissioni parlamentari. Solo a quel punto il Governo potrà deliberarli: insomma, il percorso per la loro applicazione non si concluderà prima di marzo.
Tutto questo mentre da oggi il Governo cerca di correre ai ripari per chiarire ed eventualmente correggere l’applicazione del taglio alle oltre 200 prestazioni «inappropriate» del recente decreto che richia di far pagare superticket agli italiani e pesante burocrazia e incertezze ai medici. Fatto sta che all’incontro convocato per oggi i sindacati non parteciperanno se non convocati espressamente, e non come una ridotta delegazione indicata dall’Ordine dei medici.
Roberto Turno – Il Sole 24 Ore – 12 febbraio 2016