Il finto medico ha ammesso quando ha dato le dimissioni. La procura aprirà un’inchiesta ipotizzando il falso e l’esercizio abusivo della professione L’Ordine: «Saremo parte civile»
Alessandro Marchesini ha ammesso. Davanti alla dirigenza dell’Ulss 5, quando ha rassegnato le sue dimissioni da responsabile del laboratorio di analisi dell’ospedale di Valdagno, e da dirigente medico del reparto di Patologia clinica, ha confessato di non essersi mai laureato. D’altronde, il medico abusivo che per 24 aveva lavorato al San Lorenzo non poteva fare altrimenti: le prove raccolte nel corso delle indagini condotte dalla stessa Ulss e dall’Ordine provinciale dei medici avevano portato a risultati inequivocabili.
DIMISSIONI. Pertanto, Marchesini, 59 anni, di Valdagno, prima di essere licenziato ha preferito dimettersi. Altre alternative sarebbero state poco pratibili e il diretto interessato, conosciuto per essere un uomo pragmatico, ha risolto direttamente il problema. Il concorso che aveva vinto nel 1988 era falsato in origine: aveva presentato un certificato di laurea fasullo, al pari dell’iscrizione all’ordine professionale e all’abilitazione. Per questi due ultimi documenti aveva fornito dei numeri di codice che in realtà erano di altri medici. Possibile che all’epoca nessuno se ne fosse accorto? Sì, perchè nel 1988 non c’era internet e i controlli erano molto più difficoltosi. È stato proprio grazie all’inserimento sul web dei nomi di tutti i medici italiani che qualcuno si è accorto che Marchesini non c’era.
INCHIESTA. Il procuratore Antonino Cappelleri, che ha ricevuto un dettagliato esposto dopo le indagini di Ulss e Ordine, si appresta a avviare un’inchiesta sulla vicenda. Il finto medico potrebbe essere indagato con le ipotesi di falso e di esercizio abusivo della professione. Più complesso appare la contestazione della truffa ai danni dello Stato, perchè se è vero che ha esercitato pur non avendo titolo, è anche vero che in questi anni non sono emersi problemi legati alla sua preparazione. Pertanto, lo stipendio ricevuto di fatto lo avrebbe meritato; e su questo tutti, a Valdagno, sono concordi. Marchesini, una volta indagato, avrà la possibilità di farsi interrogare e di chiarire la sua posizione.
CONTROLLI. Oggi, quanto accaduto con Marchesini non sarebbe più possibile. L’Ordine dei medici, presiduto da Michele Valente, adotta una serie di controlli sistematici su lauree, abilitazioni e specializzazioni di ciascun nuovo iscritto. Non solo: anche gli ospedali, quando assumono qualcuno, danno vita ad una serie di verifiche con le università. Alcune Ulss avrebbero anche avviato accertamenti su coloro che già operano da anni nelle loro strutture. È certo che, se il caso di Marchesini non è unico, è altrettanto certo che è raro.
PARTE CIVILE. «Se si arriverà al processo, ci costituiremo parte civile», commenta il dottor Valente, che si dice umanamente dispiaciuto per la vicenda, ma «è necessario tutelare l’Ordine, al quale Marchesini non era iscritto. Altrimenti ce ne saremmo accorti prima».
Il Giornale di Vicenza – 12 settembre 2012