Marcella Panucci alla Camera: serve una logica industriale incentrata sulla qualità di prestazioni e servizi
Basta con le «manutenzioni precarie» e i tagli alla cieca alle imprese. Per rendere stabile e sostenibile la sanità pubblica, rilancia Confindustria, serve una nuova stagione aperta a «una logica industriale incentrata sulla qualità delle prestazioni e dei servizi». E allora avanti coi fondi integrativi, con dosi massicce di tecnologia e investimenti infrastrutturali, rivedendo la rete ospedaliera ed eliminando i posti letto inutili e improduttivi.
Da una parte una netta discontinuità col presente, dall’altra la necessità di spalancare le porte al futuro che ci riserva un welfare completamente diverso da quello che abbiamo sempre conosciuto. È attraverso questi due passaggi chiave che Confindustria propone a Governo e Parlamento di rivedere la governance del sistema sanitario italiano. Lo ha spiegato ieri Marcella Panucci, dg di viale dell’Astronomia, ascoltata dalle commissioni Bilancio e Affari sociali della Camera nell’ambito di un vasto ciclo di audizioni che ha come punto focale la sostenibilità del Ssn all’interno degli obiettivi di finanza pubblica.
«Il Ssn – ha chiarito Panucci – è una delle principali conquiste sociali del nostro Paese e questo diritto non va in alcun modo toccato». Ma di qui a salvare l’esistente, ce ne passa. Tra addizionali Irap e Irpef insopportabili per le imprese (e i cittadini), ritardati pagamenti ai fornitori, una spesa privata praticamente tutta cash che vale 40 miliardi (10 dei quali sommersi), sperequazioni tra una regione e l’altra, intramoenia dei medici pubblici, servizi spesso scadenti dal Lazio in giù. Difendere l’esistente, insomma, non è più possibile: ormai «l’universalità e l’equità del Ssn sono da anni a rischio».
Ecco allora le scelte di policy proposte da Confindustria. A partire dalla sfida dell’efficienza, superando le criticità delle infrastrutture e scommettendo forte (e davvero) sulle tecnologie. Con la scommessa tutta da vincere dell’Ict, la digitalizzazione dei servizi, la revisione della rete ospedaliera col superamento dei piccoli presidi sanitari. «La riqualificazione della spesa – ha detto Panucci – passa attraverso un disegno strategico di reingegnerizzazione del sistema e richiede una visione industriale del settore», rimuovendo gli sprechi e puntando su costi standard e procurement pubblico.
C’è poi il passaggio chiave del finanziamento. Dove il peso della spesa privata potrebbe essere favorevolmente spostato verso i fondi integrativi a partire da quelli di categoria. Di qui la proposta: «La progressiva introduzione di meccanismi di finanziamento privati intermediati (assicurazioni, casse mutue ecc) che permetterebbero di tutelare la sostenibilità e l’equità del sistema, è essenziale per il suo equilibrio sociale e finanziario». Un futuro in cui il sistema pubblico manterrebbe il controllo sulla qualità degli strumenti e delle prestazioni, senza però più occuparsi della gestione. Ma anche «limitando a tutti i costi le interferenze della politica».
Il Sole 24 Ore – 17 settembre 2013