Efsa non riesce a gestire adeguatamente i conflitti di interesse. A sostenerlo è il rapporto della Corte dei conti europea che riaccende così il dibattito sull’influenza dell’industria nell’operato dell’Authority europea per la sicurezza alimentare.
E’ bene precisare tuttavia che la relazione della Corte si basa sulla situazione fino a ottobre 2011, sei mesi prima che l’Efsa annunciasse la nuova policy di indipendenza entrata in vigore lo scorso luglio.
Il rapporto rileva come Efsa non fosse in grado di identificare i problemi prima che venisse nominato un esperto e chiede criteri più chiari, oggettivi e applicati in modo coerente per valutare le dichiarazioni di interesse dei membri dei vari panel scientifici.
Il rapporto sostiene che l’Authority dovrebbe fare molto di più anche per quanto riguarda la violazione delle procedure sulla fiducia che, dovrebbero essere applicabili all’intera Agenzia e non solo per casi limitati. Le procedure di fiducia sono dei procedimenti che l’EFSA può avviare a seguito di mancata dichiarazione di un interesse e che possono portare all’esclusione dell’esperto dal lavoro scientifico dell’EFSA o alla revisione dei pareri scientifici su materie inerenti all’interesse in questione che sono stati redatti e/o adottati con la partecipazione dell’esperto stesso.
Pur lodando il fatto che Efsa -a differenza di altre agenzie- preveda la violazione della procedura di fiducia, la Corte dei conti europea critica la mancanza di criteri chiari e oggettivi per l’applicazione delle sanzioni, compreso il licenziamento di un membro del panel.
Secondo la Corte anche i conflitti di interesse derivanti dalla appartenenza alla International Life Sciences Institute (ILSI) sono stati trattati diversamente a seconda che ad essere coinvolti fossero i membri del Consiglio di Amministrazione (Management Board) o gli esperti scientifici. Due membri del Consiglio di Amministrazione hanno infatti dato le loro dimissioni in seguito alle critiche mosse dai vari organi di stampa, ma sei esperti scientifici collegati all’ILSI sono invece rimasti.
Il rapporto evidenzia come Efsa non sia riuscita ad utilizzare adeguatamente le informazioni disponibili dai curriculum vitae o provenienti da dichiarazioni precedenti o dai media per verificare le dichiarazioni di interesse. Un controllo effettuato su questi dati ha potuto infatti appurare come certi casi presentassero effettivamente più di un dubbio. Ad esempio, certe dichiarazioni di interesse di alcuni esperti scientifici presentavano evidenti incongruenze se confrontate con quelle precedenti, ma nessun chiarimento in merito è stato richiesto dall’Authority. Altri criteri di valutazione invece mancavano di chiarezza e in più di un occasione hanno portato a valutazioni assai discutibili.
La Corte è molto critica anche verso l’approccio adottato da Efsa sul concetto di Soglie di Preoccupazione Tossicologica (Thresholds of Toxicological Concern, TTC), che viene utilizzato per decidere se una sostanza con un basso dosaggio possa rappresentare un rischio per la salute. Anche in questo caso si sarebbero evidenziati alcune situazioni di chiaro conflitto di interesse.
Anche la pubblicazione dei gruppi di lavoro e degli ordini del giorno dovrebbe essere fatta in anticipo secondo la Corte: questo per non pregiudicare la possibilità degli osservatori di seguire le riunioni.
Inoltre, anche le informazioni pubblicate sono oggetto di critica perché non sempre contengono informazioni dettagliate sui punti all’ordine del giorno, sulle sostanze che rischiano di essere influenzate dal conflitto di interessi o sulle conclusioni raggiunte in alcune riunioni.
In conclusione, secondo la Corte dei conti europea per affrontare adeguatamente il problema dei conflitti di interesse l’Unione Europea avrebbe bisogno di un quadro normativo specifico che facesse riferimento alle linee guida dell’Ocse o alle migliori best practices esistenti.
E l’Efsa cosa dice? L’Authority per la sicurezza alimentare europea sembrerebbe fare buon viso a cattivo gioco. Sul proprio sito web si legge infatti che nella revisione della gestione dei conflitti di interesse condotta in quattro agenzie indipendenti dell’Unione europea, la Corte dei conti europea ha constatato come Efsa applichi alcune delle più avanzate politiche e procedure di dichiarazione, valutazione e gestione dei potenziali conflitti di interesse. Inoltre, molte delle raccomandazioni espresse dalla Corte fanno già parte integrante dei propri processi di lavoro, ma comunque Efsa vaglierà attentamente qualsiasi raccomandazione rimasta inattuata. Il Direttore esecutivo dell’Authority, Catherine Geslain-Lanèelle (foto sotto) ha affermato che “Sin dalla sua istituzione l’Efsa si è fortemente impegnata a dotarsi di norme allo scopo di evitare potenziali conflitti di interesse e ha sviluppato le proprie politiche in linea con la necessità di garantire l’imparzialità dei propri pareri scientifici”.
La Geslain-Lanèelle cita a supporto anche i risultati della relazione indipendente pubblicata il mese scorso dai consulenti internazionali Ernst & Young che avrebbe rilevato l’alta qualità degli atti scientifici dell’Efsa, nonché la cultura della trasparenza dell’agenzia e i solidi sistemi volti a garantire pareri scientifici imparziali. Tuttavia –continua il Direttore Esecutivo- Efsa proseguirà nell’attuare scrupolosamente la nuova policy sull’indipendenza e sui processi decisionali in ambito scientifico.
Ora quindi non resta che aspettare se alle dichiarazioni seguiranno fatti concreti.
sicurezzaalimentare.it – 16 ottobre 2012