Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a larga maggioranza (50 favorevoli, 5 astenuti) un testo di legge che definisce le modalità della propria gestione organizzativa e amministrativa per la prima volta totalmente autonoma rispetto al resto del sistema amministrativo della Regione Veneto senza, quindi, dover dipendere dalla Giunta.
“Questo testo di legge – in applicazione alle disposizioni del nuovo Statuto regionale in vigore da aprile – ha rilevato il relatore Piergiorgio Cortelazzo (Pdl) – assicura l’autonomia funzionale, organizzativa, amministrativa e contabile all’assemblea legislativa del Veneto e riorganizza l’intera “macchina” del Consiglio. Con questa iniziativa legislativa – ha proseguito il relatore – si intende valorizzare la diversità di ruolo e di funzioni che esiste tra organo esecutivo (la Giunta) e assemblea parlamentare (il Consiglio), prendendo a modello le esperienze organizzative del Parlamento nazionale e delle assemblee legislative delle regioni d’Europa, tutte dotate di propria autonomia di bilancio e di personale inquadrato in un ruolo autonomo, a riconoscimento della funzione essenziale della risorsa umana. Il fine della riorganizzazione è quello di rendere la struttura adeguata al suo compito primario, che è quello di produrre servizi efficienti per l’assemblea e il corpo politico con costi il più possibile ridotti”.
Il correlatore di minoranza Pietrangelo Pettenò (Fsv) ha espresso un giudizio decisamente negativo su questo testo che, se non emendato, “rischia di diventare un boomerang invece che l’applicazione dello Statuto”.
“In nome dell’imperativo del taglio ai costi applicato in modo acritico – ha affermato – si rischia di depotenziare strutture istituzionali importanti come le commissioni. “Bisogna trovare altri modi per rispettare i tetti di spesa – ha concluso Pettenò – altrimenti una Regione come il Veneto, oggettivamente tra le più virtuose e quindi non assimilabile in alcun modo con quelle travolte dagli scandali, si taglia da sola importanti momenti di democrazia”. Sergio Reolon, vicepresidente della commissione Statuto ha motivato il voto positivo del gruppo del Partito Democratico sottolineando l’opportunità di aver ridotto i costi di strutture e figure professionali, soprattutto nelle commissioni e nell’Ufficio di Presidenza, che rispondono a criteri esclusivamente di fiduciari e politici. Bisogna invece potenziare e valorizzare – ha spiegato – gli uffici e le professionalità tecniche e istituzionali che certamente non mancano”.
“Altro discorso – ha concluso Reolon – va fatto per i gruppi che, in proporzione alla loro consistenza numerica che è uno dei cardini della democrazia hanno bisogno di supporti professionali con rapporto fiduciario”. Carlo Alberto Tesserin presidente della Commissione Statuto che ha licenziato il testo di legge sull’autonomia consiliare ha osservato che si tratta di un adempimento che si affianca a quelli che hanno portato a significative riduzioni dei costi della politica (3 mila euro in meno negli emolumenti dei consiglieri e significativa riduzione del loro numero dalla prossima legislatura e riduzione del numero dei dirigenti). “Sono tagli che i tempi hanno imposto – ha rilevato – diciamo pure che abbiano fatto di necessità virtù se penso che dalla prossima legislatura il numero dei dipendenti di palazzo Ferro-Fini a tempo determinato subirà un taglio di 50 unità”.
Positivo anche il giudizio del rappresentante dell’Idv Gennaro Marotta il quale ha osservato che con questo atto legislativo, che si aggiunge ai precedenti sulla riduzione dei costi della politica, “il Veneto si conferma come la prima Regione a dare effettiva attuazione ai decreti del Governo e a rispondere alle attese dei cittadini che chiedono una politica più efficace e meno costosa”. Il capogruppo del Pdl Dario Bond ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento che interviene – ha detto – su una “macchina molto complessa” come è il Consiglio regionale. Bond si è poi soffermato sulle norme che regolano le attività dei gruppi, sulla necessità di aprire le attività di comunicazione istituzionale del Consiglio alle nuove tecnologie prevedendo, inoltre, la possibilità di ricorrere temporaneamente a staff giuridici su specifici argomenti richiesti in occasione dell’elaborazione di leggi che richiedono particolari e specifiche competenze.
I contenuti della legge
Le principali differenze tra il nuovo ordinamento proposto e quello vigente sono un’organizzazione più snella e flessibile, nella quale i livelli dirigenziali passano da 5 a 2, si riduce il numero dei dirigenti (meno 10 per cento) e dei dipendenti (meno 20 per cento del personale). Si prevede, in particolare, di ridurre del 30 per cento il personale degli organi politici: le cinque segreterie dell’Ufficio di presidenza compreso il Gabinetto del presidente del Consiglio, quelle dei gruppi consiliari e dell’Ufficio del portavoce dell’opposizione (organo previsto dallo statuto e introdotto, quindi, per la prima volta). A regime, la nuova dotazione organica degli organi di vertice del Consiglio (gabinetto del presidente, ufficio di presidenza e portavoce dell’opposizione) non dovrà superare le 17 unità.
La legge di autonomia elimina, inoltre, la figura dei segretari particolari dei presidenti delle commissioni e abroga il finanziamento sostitutivo per i gruppi consiliari, norma che ha consentito sinora ai gruppi di rinunciare ad assumere personale in cambio di un equivalente contributo in denaro. I gruppi consiliari potranno continuare ad avvalersi di personale regionale di ruolo e di nuovi assunti a tempo determinato in proporzione della consistenza dei gruppi stessi, sino al 50 per cento del personale spettante integrando i posti assegnati dalla pianta organica con collaboratori saltuari, a progetto o per attività coordinate e continuative. Al vertice della struttura amministrativa del Consiglio resta la figura del segretario generale, eletto dall’assemblea legislativa, caso unico in Italia, su proposta dell’Ufficio di presidenza. Ma, secondo la nuova legge di autonomia, sarà affiancato da due vicesegretari generali, con funzioni sostitutive e di coordinamento, e da un comitato di direzione, composto dai responsabili dei servizi consiliari, al fine di garantire collegialità e responsabilizzazione nella gestione amministrativa
28 dicembre 2012