Il nuovo governo sviluppa un progetto di Brunetta. In campo scendono Civit, Cnr e DigitPa. Dovrà contenere incarichi, pagamenti e performance della pa
Che sulla trasparenza in tema di consulenze pubbliche si dovesse fare ancora molto non c’era dubbio. Ancora tantissime, infatti, sono le amministrazioni che su internet non pubblicano niente. Sintomo, se vogliamo, del fatto che dietro molti incarichi, nella migliore delle ipotesi, si celano i soliti sperperi di denaro pubblico. Su tutto questo, adesso, sta cercando di intervenire anche il governo tecnico guidato da Mario Monti. Il piano che sta per prendere corpo, infatti, è la creazione un «Portale della trasparenza-, in pratica un sito internet in cui dovranno trovare spazio non soltanto le consulenze assegnate dalla pubblica amministrazione, ma anche altri dati significativi come quelli sul conseguimento degli obiettivi strategici, sui risultati raggiunti, sull’organizzazione, sulla gestione economico-finanziaria dei servizi, sulla gestione dei pagamenti e via dicendo. Il passaggio, in verità, era previsto all’interno di una legge predisposta dall’ex ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Ma l’attuazione pratica, adesso, viene presa direttamente in eredità dal governo Monti, in particolare dal dicastero adesso guidato da Filippo Patroni Griffi, che d e I resto è stato capo di gabinetto dello stesso Brunetta. Un primo passo importante è stato compiuto ieri. La Civit, la Commissione sulla trasparenza e la valutazione della Pa presieduta da Antonio Martone, e della quale ha fatto parte proprio Patroni Griffi, ha firmato un protocollo con il Cnr. Oggetto delle 11 pagine del documento sono proprio le caratteristiche che dovrà avere il Portale della Trasparenza. Tecnicamente il sito sarà realizzato da DigitPa, l’ente del ministero della pubblica amministrazione che si occupa di informatizzazione degli uffici pubblici (in sostanza l’ex Cnipa). Le esigenze da perseguire con l’istituzione del portale, invece, sono di competenza della Civit. Del resto è questo il compito che agli uomini di Martone sono stati assegnati dalla legge di Brunetta. Sarà la volta buona? Lecito chiederselo, dopo tutti i tentativi di trasparenza andati a vuoto dalla Finanziaria 2007 approntata da Romano Prodi in poi. Grazie al pretesto dell’incertezza delle norme e a scuse di ogni tipo, alcune amministrazioni in questi anni sono state totalmente inadempienti. Il caso più eclatante, ricordato da ItaliaOggi del 27 dicembre scorso, riguarda la Rai. L’azienda televisiva cinque anni fa addirittura allestì un suo sito internet, www. Contrattidiconsulenza. rai. it, tutt’ora esistente, che in teoria avrebbe dovuto contenere l’elenco degli incarichi assegnati. Peccato che in cinque anni nessuna indicazione sia mai comparsa, eccezion fatta per la precisazione «lavori in corso».
A proposito del nascituro Portale della trasparenza, va precisato che all’inizio è previsto il coinvolgimento dei ministeri e degli enti pubblici nazionali. Le informazioni che dovranno essere inoltrate al sito sono di fatto quelle che già secondo le norme attuali devono essere pubblicate. Il protocollo ne contiene un dettagliato elenco. Ci dovranno essere i dati estratti dai piani della performance delle varie amministrazioni. In sostanza si tratta degli obiettivi strategici e operativi. Stesso discorso per i dati ricavati dalle relazioni sulla performance, in particolare i risultati raggiunti dagli uffici pubblici. Ancora, non dovranno mancare i testi integrali dei programmi triennali per la trasparenza e l’integrità e tutti i vari dati che la legge impone di pubblicare sui siti istituzionali degli enti pubblici. In quest’ultimo caso si va della consulenze all’organizzazione, dalla gestione economico-finanziaria dei servizi alla gestione dei pagamenti, dalla buone prassi alle sovvenzioni. Insomma, un novero incredibile di dati. Il governo Monti i riprova, sperando che la trasparenza stavolta si diffonda davvero.
ItaliaOggi – 29 dicembre 2011