Con una nota del direttore Prevenzione, Sicurezza alimentare, Veterinaria della Regione Veneto, Francesca Russo, è stata trasmessa nei giorni scorsi alle Ulss la relazione conclusiva predisposta dall’Istituto Superiore di sanità sul monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da Pfas, che era stato disposto con la Dgr 1133 del 23 dicembre 2016. Come si ricorderà i primi risultati erano stati esposti in una conferenza stampa a Palazzo Balbi il 16 novembre scorso. La Regione allega ora la versione definitiva dei risultati del monitoraggio.
Nella relazione conclusiva dell’Iss, datata 28 novembre 2017, il direttore del Dipartimento sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’Istituto, Umberto Agrimi, trasmette “un’analisi descrittiva dei risultati delle attività analitiche condotte nel contesto del piano di monitoraggio Pfas ed una valutazione preliminare degli stessi in termini di contributo degli alimenti prodotti nell’area a rischio (“area rossa”) rispetto al Tdi (tolerable dai/y intake) definito per alcune molecole. Tale valutazione, finalizzata alla rapida comunicazione dei risultati del piano di monitoraggio degli alimenti al termine delle attività analitiche e volta ad escludere problematiche evidenti di sicurezza delle singole matrici alimentari, verrà perfezionata dalla trasmissione di un rapporto complessivo contenente la stima dell’esposizione ai Pfas attraverso la dieta”.
Nelle conclusioni alla dettagliata analisi si afferma che “il piano di campionamento è stato sostanzialmente rispettato. Gli scostamenti riscontrati, riferiti essenzialmente ad alcune specie vegetali ortive per le quali è comunque possibile un eventuale campionamento integrativo, non inficiano il significato complessivo dei risultati ottenuti”.
“Nel corso delle attività analitiche non sono emerse evidenze che rendessero necessaria l’adozione di misure di intervento in itinere”.
“I livelli di contaminazione riscontrati nelle specie ittiche di cattura, campionati nell’ultima fase del piano di monitoraggio, hanno suggerito l’opportunità di individuare misure di carattere precauzionale” .
“Gli alimenti di origine vegetale sono risultati esenti da contaminazione rilevabile da Pfos e Pfoa ad eccezione di alcuni campioni di mais, i cui livelli di PFOA erano in ogni caso estremamente bassi”.
“Relativamente agli alimenti di origine animale, il latte, il muscolo bovino e quello avicolo hanno mostrato valori di Pfos e Pfoa inferiori al Loq o comunque trascurabili. Il fegato, in particolare quello suino e le uova di produzione familiare hanno mostrato, in una percentuale significativa di campioni, livelli variabili di contaminazione per Pfos e Pfoa. Il contributo di tali alimenti in termini di esposizione ai contaminanti risulta tuttavia ridotto anche nello scenario cautelativo adottato (950 percentile dei consumi). Anche in alcuni campioni di muscolo suino è stata rilevata presenza dei contaminanti; i bassi valori riscontrati fanno comunque stimare come estremamente ridotto il contributo di tale alimento all’esposizione della popolazione ai Pfas”.
“La stima del contributo dei singoli alimenti – si legge inoltre nella relazione – in rapporto agli attuali Tdi stabiliti da Efsa per Pfos e Pfoa, non ha messo in luce evidenti criticità sotto il profilo della sicurezza alimentare. Il presente documento sarà integrato a breve dalla valutazione dell’esposizione ai Pfas attraverso la dieta. Ulteriori valutazioni saranno effettuate mediante l’integrazione dei dati sulla contaminazione degli alimenti con quelli provenienti da altri studi effettuati o attualmente in corso presso l’Iss e la Regione del Veneto. Modifiche degli attuali parametri di riferimento tossicologici, eventualmente contenute nel parere dell’Efsa di prossima pubblicazione, porteranno alla rivalutazione dell’attuale stima. Quest’ultima, basata sui dati nazionali dei consumi alimentari contenuti nel database di Efsa, verrà infine perfezionata allorché si renderanno disponibili i dati relativi ai consumi della popolazione locale, raccolti nell’ambito del programma di biomonitoraggio attualmente in corso”.
“Al fine di monitorare l’andamento della contaminazione delle produzioni primarie di alimenti locali – conclude – si segnala l’opportunità di prevedere programmi di approfondimento e verifica sulle matrici alimentari nelle quali è stata riscontrata contaminazione. Infine, essendo terminate le indagini sulle matrici alimentari prioritarie in quanto di più largo consumo, si suggerisce di programmare l’approfondimento, previsto nel programma di monitoraggio, sulle matrici alimentari derivanti dall’attività venatoria, quali il cinghiale, anche in considerazione delle sua ecologia e delle sue peculiari abitudini alimentari”.
I documenti trasmessi dalla Regione
Pfas monitoraggio alimenti relazione conclusiva Iss
Pfas campionamento alimenti risultati 16-11-2017 definitivo
13 dicembre 2017