I contributi tengono a galla le entrate statali. L’aumento degli incassi Inps va in qualche modo a compensare sia la riduzione di quelli Inail, a seguito delle limature al cuneo fiscale, sia le entrate tributarie, che nel confronto con l’anno precedente risentono soprattutto dell’effetto dei versamenti Ires effettuati nel 2013 con aliquote d’acconto maggiorate e con un’addizionale (discorso mutuabile anche per l’Irap, che segna una flessione di circa 4,3 miliardi).
Nel complesso il 2014 si chiude con una contrazione dello 0,2% (1,47 miliardi di euro in meno) rispetto a dodici mesi prima. Un trend che in linea di massima tende a confermarsi anche a gennaio2015. Èilbilancioreso noto ieri da dipartimento Finanze e Ragioneria generale dello Stato che, a differenza del bollettino sulle sole entrate erariali di inizio mese, attesta il risultato (anche al di sopra delle previsioni) del primo anno della Tasi: gli incassi raggiungono quota 4,6 miliardi di euro che sommati all’Imu di competenza comunale portano il gettito da tassazione immobiliare a superare la “frontiera” dei 21 miliardi di euro (a cui poi bisognerebbe aggiungere l’Imu sui capannoni di competenza erariale).
Più nel dettaglio, le entrate contributive hanno chiuso il 2014 con un aumento di 1,56 miliardi. È la conseguenza di due spinte in direzione diversa. Da un lato, infatti, gli incassi Inail hanno perso poco più di un miliardo di euro (-13,%) per la riduzione del cuneo fiscale previste per i premi assicurativi dalla legge di stabilità 2014. Dall’altro, l’Inps registra un balzo in avanti di 2,2 miliardi (+1,2%). E qui a pesare dovrebbero essere gli aumenti di aliquote per gli iscritti in via esclusiva alla gestione separata così come i ritocchi al rialzo subiti da artigiani e commercianti. Anche le casse private hanno portato a casa 360 milioni in più.
Come anticipato, il risultato sui contributi contiene la flessione complessiva. Anche se la nota diffusa ieri dal Mef fa notare come se si “nettizza” l’effetto sui versamenti Ires, anche la variazione delle entrate tributarie chiude il 2014 in area positiva con un incremento dello 0,8 per cento. E si confermano i trend già delineati nel bollettino sulle entrate fiscali (si veda Il Sole 24 Ore del 6 marzo scorso). L’Iva ha chiuso con una crescita dell’1,9% (quasi 2,2 miliardi in più) grazie sia all’aumento dell’aliquota ordinaria al 22% sia al pagamento dei debiti Pa. Inoltre si inizia a sentire l’impatto dell’aumento della tassazione delle rendite finanziarie scattata dal 1° luglio scorso in virtù della modifica prevista dal decreto Irpef (il Dl 66/2014). In particolare cresce nel 2014 del 16,4% (+400 milioni di euro) la sostitutiva sul risparmio gestito e amministrato e aumenta del 73,2% (+412 milioni di euro) il gettitodalleritenutesugliutilidistribuiti dalle società (anche per l’incremento dei dividendi 2014). Sempre nel settore risparmio arrivano comunque 216 milioni di euro in più dall’imposta di bollo sulle comunicazioni relative a prodotti finanziari, che la legge di stabilità 2014 ha portato al 2 per mille.
Le compensazioni
Capitolo compensazioni. Il resocontodelMefmostraunandamento in senso opposto tra imposte dirette e Iva. Da un lato è vero che dal 2014 il tetto alle compensazioni è stato innalzato a 700mila euro. Allo stesso tempo, però, la legge di stabilità 2014 ha reso obbligatorio il visto di conformità sulle dichiarazioni, già richiesto per compensare i crediti Iva oltre 15mila euro annui, anche in riferimento ai crediti relativi alle imposte sui redditi (quindi Irpef e Ires) e addizionali, alle ritenute alla fonte, alle imposte sostitutive e all’Irap. Questo paletto aggiuntivo potrebbe anche aver avutounimpattosullacontrazione delle compensazioni delle imposte dirette (-8,4% nel 2014 rispetto a un anno prima) con una caduta di 916 milioni. In presenza, invece, di un quadro normativo più consolidato, l’Iva ha fatto segnare un aumento dell’1,7% (+239 milioni).
Il Sole 24 Ore – 17 marzo 2015