Breaking news

Sei in:

Conto alla rovescia per decreto su spending review. Cosmed: «No ad attacchi a pubblico impiego sulla base di falsi numeri»

1a1a1_11aaaamario-monti_t1Conto alla rovescia per il decreto sulla spending review mentre dal mondo sindacale si leva la protesta. In una nota Cosmed avverte: no ad attacchi al pubblico impiego sulla base di falsi numeri. A far crescere la tensione, oltre alle questioni aperte come esodati, mercato del lavoro, riforma dell’Isee, in prima linea c’è proprio l’imminenza del varo della cosiddetta spending review prevista per i primi giorni della prossima settimana e oggetto di una riunione anche ieri a Palazzo Chigi: 5 o, forse, 6 miliardi che dovrebbero venire principalmente dal pubblico impiego (circa 1 miliardo) con i piani ancora in piedi di esubero oltre i 60 anni di età anagrafica. Al lavoro anche al ministero della Sanità dove ci si aspettano 1-1,5 miliardi che potrebbero giungere sostanzialmente da razionalizzazioni, mentre il progetto di riforma dei ticket dovrebbe avere un percorso autonomo.

Il grosso verrebbe invece dall’operazione Bondi che attraverso il nuovo meccanismo Consip che prevede l’obbligatorietà per Asl, Comuni e Province di acquistare i prodotti-tipo , si ripromette di portare a casa fino a 4 miliardi. Resta aperta la questione della destinazione delle risorse.

Spending Review. Cosmed: «No ad attacchi a pubblico impiego sulla base dei falsi numeri del Governo»

Il numero dei dipendenti pubblici è sceso e il loro costo è inferiore che nel resto d’Europa. Precisa la Cosmed che avverte: «Governo e Parlamento ricordino che attaccare scuola e sanità significa attaccare la coesione sociale del Paese ed eliminare pezzi di servizi erogati alla comunità». «Il nuovo attacco al pubblico impiego che si profila nell’ambito della manovra di spending review ha il sapore del già visto, frutto di una coazione a ripetere che non si arresta nemmeno di fronte alla evidenza di numeri autorevolmente forniti». Ad affermarlo è la Cosmed, che in una nota ha inteso precisare l’andamento del personale del pubblico impiego rispetto ai “falsi dati” che starebbe circolando nelle stanze del Governo.

“L’attacco – si legge nella nota della Cosmed – è frutto di un brunettismo senza il Ministro, che pure aveva dichiarato in tempi non sospetti la spesa del pubblico impiego sotto controllo, e si alimenta di dati falsi sul numero dei dipendenti pubblici, sceso del 4% dal 2008 al 2010, ed in progressiva e fisiologica diminuzione, e sul loro costo, avventurandosi in arditi confronti con altri paesi europei, condotti però su dati del 2005”.

Secondo la Cosmed, infatti, “basterebbe leggere la recente relazione della Corte dei Conti che in proposito afferma ‘si rileva nel 2010 una sostanziale stabilità della spesa delle retribuzioni lorde a fronte di significativi incrementi nel Regno Unito, in Francia e Germania. Il rapporto tra spesa per redditi nel 2011 (scesa di 13 miliardi) e PIL (11,1%) appare superiore esclusivamente alla Germania. Il raffronto tra numero di dipendenti pubblici e totale degli occupati, in forte discesa nell’ultimo decennio, evidenzia un peso sul mercato del lavoro pari alla metà della Francia e di gran lunga inferiore al Regno Unito’”.

“Senza contare – prosegue la Cosmed – la dinamica retributiva azzerata fino al 2014, con perdita del potere di acquisto valutabile per i medici nel 20%, in un contesto caratterizzato da sostenuta dinamica della inflazione e significativo incremento della pressione fiscale”.

“A chi invoca, poi, parità di condizioni con il lavoro privato bisogna ricordare i 25 provvedimenti legislativi punitivi per il pubblico impiego, ormai considerato un reato al pari della immigrazione clandestina”, conclude la Cosmed che poi avverte: “Governo e Parlamento ricordino che attaccare di nuovo scuola e sanità significa attaccare la coesione sociale del Paese ed eliminare con le persone pezzi di servizi erogati alla comunità. La crisi economica diventa un alibi per operazioni di impoverimento dei servizi pubblici alle spalle del dettato costituzionale”.

Gli altri sindacati:

«No ad un intervento unilaterale, il confronto è urgente», ha detto Susanna Camusso, leader della Cgil.«Monti ci convochi, basta con terrorismo e irresponsabilità, il paese sta morendo di salassi», ha aggiunto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. «Se si taglia solo il pubblico impiego sarà scontro sociale», ha avvertito Luigi Angeletti, numero uno della Uil. I tre hanno formalizzato il forte disagio in una lettera inviata a Palazzo Chigi nella quale chiedono un incontro prima del provvedimento e denunciano tagli indiscriminati.

Secondo alcuni bisognerebbe fare anche l’impossibile per evitare l’aumento dell’Iva e questa sembrerebbe la linea che sostengono alcuni nel governo. Tuttavia risorse serviranno anche per la «manutenzione» dei conti pubblici di metà anno, una volta fatti i conti dei versamenti Imu e dell’autotassazione, in vista del varo del bilancio di assestamento. La scelta è sul tavolo del governo dopo la caduta del gettito di 3,4 miliardi nei primi quattro mesi dell’anno. Una mano al delicato equilibrio del bilancio dello Stato, ormai ostaggio della spesa per interessi tarata al limite del 6 per cento dei decennali, verrà sicuramente dalla lotta all’evasione fiscale che ha ripreso in mano la bandiera del confronto tra quanto si dichiara e tenore di vita.

Ieri il presidente del Consiglio, all’Aquila insieme a Napolitano per il 238. anniversario delle Fiamme Gialle, ha tuonato contro l’evasione: «E’ un vulnus gravissimo, pesa sulla credibilità del paese e mina il patto tra Stato e cittadino», ha detto il premier ricordando che la lotta all’evasione è un «priorità assoluta» del governo. Monti ha ricordato che la GdF è un «presidio insostituibile» nella lotta all’evasione ed è «amica degli italiani onesti». «Bisogna essere intransigenti con i più forti e comprensivi con i più deboli per distinguere i primi dai secondi», ha osservato Monti che ha ricordato come il sommerso sia ormai un quinto della ricchezza nazionale.

CAMUSSO (CGIL) «Il governo fa una scelta miope quando pone la fiducia sulla riforma del lavoro. La Cgil si mobilita il 26 e 27 giugno, vogliamo delle modifiche al test»

ANGELETTI (UIL) «Siamo molto preoccupati per i tagli al settore statale, previsti dalla spending review. Si tratta dell’ennesimo attacco ai lavoratori pubblici»

BONANNI (CISL) «Ci auguriamo che si smetta di fare terrorismo sui dipendenti della Pubblica amministrazione Questo clima induce la gente a correre verso la pensione»

tratto da Repubblica – 22 giugno 2012

Spending review, buoni pasto ridotti a 5-7 euro per tutti gli statali

Prosegue il lavoro del governo sulla revisione della spesa. Le ultime novità riguardano i buoni pasto. In una riunione di livello tecnico è stata perfezionata l’ipotesi di ridurre a 5-7 euro/giorno il buono pasto per tutti i dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti previdenziali. Insomma per i buoni pasto si profila un livellamento con un grado di sacrificio diversificato da caso a caso. Non sarebbero colpiti i dipendenti della scuola (più di un milione) che non hanno buono pasto, né (perora) quelli delle Regioni che sono fuori dalle competenze del governo.

Ora bisognerà vedere se la proposta dei tecnici supererà il livello politico. I ministri infatti dovranno calibrare l’insieme degli interventi sul pubblico impiego. Una «voce» che contribuirà alla riduzione della spesa pubblica con una diminuzione del numero dei dirigenti, la riduzione del 5% generalizzata della pianta organica, l’accorpamento di Dipartimenti centrali di ministeri e degli uffici periferici. Possibile anche l’accorpamento del numero delle Province per le quali, però, si dovrebbe tornare a votare. Resta in piedi, sia pure come ipotesi estrema, un lieve taglio delle tredicesime.

Insomma si preannuncia un week end di fuoco per i ministri Piero Giarda, Filippo Patroni Griffi e Vittorio Grilli che, dopo un vertice con il premier Mario Monti, cominceranno a mettere nero su bianco il testo del decreto sulla spending review che sarà varato martedì. Contemporaneamente il commissario Enrico Bondi, che ha la missione di tagliare 2/3 miliardi sulle voci di acquisto dei beni pubblici, completerà il proprio giro d’orizzonte. Ieri si è saputo di un faccia a faccia con il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua. L’Inps ha in programma risparmi per 180 milioni l’anno prossimo.

La pioggia di ipotesi sui tagli al pubblico impiego sta intanto innervosendo i sindacati. Cgil, Cisl, Uil e Ugl stigmatizzano in coro l’ipotesi di ulteriori interventi dopo i molti già attuati di contenimento della spesa del pubblico impiego anche dal passato governo e chiedono, in una lettera, un incontro sull’argomento al premier, Mario Monti.

Il primo ad intervenire ieri è stato il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: «Spero che non si continui a fare terrorismo, perchè ciò induce le persone ad accelerare l’andata in pensione e a ritenersi esposte; stanno lavorando per distruggere la coesione sociale. Il governo sta dimostrando irresponsabilità».

Anche il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, non usa mezzi termini: «Il governo non proceda unilateralmente sulla spending review ma si confronti con urgenza con i sindacati. L’esperienza esodati dovrebbe suggerire al governo di non continuare a procedere unilateralmente, facendo guasti a cui poi dovrà porre riparo». E anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, agita lo spettro dello scontro: «Il sindacato non potrà mai accettare soluzioni che colpiscano ancora i lavoratori del pubblico impiego». 

Il Messaggero – 22 giugno 2012

site created by electrisheeps.com - web design & web marketing

Back to Top

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.