I due “cantieri” del lavoro e delle pensioni riaprono. Dopo il varo delle riforme Fornero sono rimasti chiusi per diversi mesi, soprattutto quello previdenziale, ma ora i cancelli tornano ad aprirsi sotto la spinta del Jobs act annunciato dal leader del Pd, Matteo Renzi, che poggia sul contratto unico e l’assegno universale per chi perde il lavoro, e della spending review targata Carlo Cottarelli.
Con la quale potrebbe scattare un intervento sulle pensioni medio alte con connotazione “retributiva” e sui trattamenti di reversibilità in relazione al passaggio al metodo contributivo. Il tutto mentre il ministro Dario Franceschini annuncia nuove misure “salva-esodati” da varare nei prossimi mesi. E il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, prosegue il confronto con le parti sociali su ammortizzatori e fondi solidarietà con un nuovo round fissato per oggi pomeriggio. Lo stesso Giovannini sta affinando la sua proposta sul cosiddetto “prestito previdenziale” per consentire ai lavoratori rimasti senza lavoro di beneficiare con 2 o 3 anni di anticipo di parte della pensione già maturata.
Giovannini: il Job acts «va dettagliato meglio»
La bozza di Jobs act resa nota da Matteo Renzi attraverso l’eNews diffusa ieri sera oltre al contratto unico e all’assegno universale per chi perde lavoro prevede un drastico snellimento del codice del lavoro da realizzare in otto mesi, singoli piano industriali per sette settori chiave, tra cui edilizia e servizi per il nuovo Welfare, e la riduzione dell’Irap per le imprese facendo leva su un aumento delle tasse sulle rendite finanziarie. «La proposta di Renzi sulla natura dei contratti e le tutele ad essi collegati non è nuova, ma va dettagliata meglio», ha detto questa mattina il ministro Giovannini intervenendo a “Prima di tutto” su Radio 1. «Noi adesso abbiamo ogni trimestre circa 400mila assunzioni a tempo indeterminato e circa 1,6 milioni a tempo determinato. Allora – ha proseguito Giovannini – riuscire a trasformare contratti precari in contratti di più lunga durata è un obiettivo assolutamente condivisibile, che però in un momento di grande incertezza come questo molte imprese siano disponibili ad andare in questa direzione è un fatto da verificare. C’è poi da dire che molte delle proposte presentate da Renzi in questa lista prevedono investimenti consistenti».
Pensioni: ritocchi su esodati, «prestito» e assegni d’oro
Non solo sul tema del lavoro il dibattito si riaccende. Anche sulle pensioni bollono in pentola alcune possibili novità. Martedì scorso il ministro Franceschini ha annunciato che nei futuri interventi del governo sul tema del lavoro ci saranno anche dei provvedimenti specifici per gli esodati da attuare in un’unica tranche oppure poco per volta. Interventi di sostegno che dovrebbero andare ad aggiungersi alle misure di tutela già previste dall’ultima legge di stabilità: il salvataggio per il 2014 di altri 17mila soggetti oltre ai 6mila indicati in prima battuta. E sempre nella direzione della “tutela” si colloca il pacchetto al quale sta lavorando il ministro Giovannini che prevederebbe la possibilità di riconoscere con un anticipo di 2 o 3 anni la pensione maturata a lavoratori rimasti senza impiego e senza ammortizzatore sociale con almeno 62 ani di età e 35 di contributi. Una sorta di “prestito previdenziale” su cui il Governo potrebbe confrontarsi con le parti sociali entro fine mese. E sempre entro fine gennaio dovrebbero arrivare le prime indicazioni delle 25 task force di esperti istituite dal Commissario straordinario per la revisione della spesa, Carlo Cottarelli, per giungere alla definizione della nuova spending review. Tra i capitoli nel mirino di Cottarelli anche quello delle pensioni medio-alte, a partire da quelle con connotazione retributiva (calcolate sulla base dello stipendio e non solo dei contributi versati). Pensioni d’oro e d’argento, dunque su cui tra l’altro ieri sera la Camera ha approvato una mozione della maggioranza che impegna il Governo a una puntuale verifica dell’attuazione del contributo di solidarietà introdotto con l’ultima legge di stabilità.
Il Sole 24 Ore – 9 gennaio 2013