Contro Ebola sì ai farmaci non testati. «A rischio le città con un aeroporto» Vittime oltre quota mille. L’Oms: via libera alle profilassi sperimentali
Il doppio contatore dei morti e dei contagiati non si ferma. L’Organizzazione mondiale della sanità, a sorpresa, dà luce verde sull’uso di farmaci sperimentali. Il suo direttore generale spiega che «ogni città con un aeroporto internazionale è a rischio». Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon dice alla comunità internazionale che nelle aree colpite da focolai inizia a mancare il personale medico. E la Guinea Bissau decide di chiudere oltre 300 chilometri di frontiera con la Guinea, il Paese con il più alto numero di vittime.
Ebola continua a fare paura. Ieri il bilancio delle persone uccise dal virus ha raggiunto le quattro cifre: 1.014, tra le quali anche il missionario spagnolo Miguel Pajares, 75 anni, fatto rientrare giovedì a Madrid dov’è deceduto in mattinata all’ospedale Carlos III. Sale anche il numero dei contagiati che si avvicina a quota duemila (1.848). Dati che hanno portato l’Oms a intervenire in maniera più decisa. E così dopo trentasei ore di vertice, dodici esperti internazionali in materia etica — aiutati da quattro consulenti — hanno deciso di dare il via libera a farmaci in piena fase sperimentale, soprattutto sugli animali, per fermare il virus che sta colpendo Sierra Leone, Liberia, Guinea e Nigeria. Il panel era stato sollecitato nei giorni scorsi da diversi ricercatori e chiesto a gran voce dagli stessi governi dei Paesi dell’Africa occidentale.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità Ebola rappresenta una minaccia tale da ritenere «etico offrire profilassi non testate la cui efficacia debba essere ancora dimostrata, così come eventuali effetti collaterali negativi, come potenziale trattamento o procedura di prevenzione». Ma questo può avvenire — avvertono gli esperti coinvolti — soltanto se il paziente dà il suo consenso e se vengono garantiti «riservatezza, rispetto per la persona e salvaguardia della dignità». L’organizzazione, poi, ritiene «un obbligo morale riunire e condividere tutte le informazioni e i dati che potrebbero essere generati dal ricorso a cure non omologate contro Ebola».
«Medici senza frontiere» plaude alla decisione dell’Oms. «La nostra priorità è salvare le vite delle persone affette dal virus», dice Stephan Goetghebuer, vice direttore generale dell’organizzazione umanitaria. «Ma il via libera dell’Oms non implica che si possa provare qualunque cosa, anche se ci troviamo in una situazione di emergenza», chiarisce Stefano Vella, direttore del Dipartimento del farmaco dell’Istituto superiore di sanità.
Sono tre i farmaci sperimentali contro Ebola che, almeno sugli animali, hanno dato buoni risultati. Le speranze maggiori si concentrano su ZMapp, un siero usato su due statunitensi, un dottore e un’infermiera. Il quarto «pilastro» farmaceutico è un vaccino, prodotto dalla Profectus BioSciences, che sembra funzionare sulle scimmie, ma non è stato ancora testato sull’uomo. C’è però anche un problema di numeri. L’azienda che produce ZMapp, per esempio, sostiene che le ultime dosi disponibili sono state consegnate in Liberia.
L’altro fronte è quello della prevenzione. Ebola «può diffondersi attraverso i viaggi, mettendo ogni città con un aeroporto internazionale a rischio di casi importati», ragiona Margaret Chan, direttore generale dell’Oms. Che poi aggiunge: «Fatemi essere molto chiara: il bando ai viaggi non ferma l’epidemia, le misure preventive sì». «Ma il livello di vigilanza è già abbastanza alto nel mondo», rassicura Chan. Per questo non è preoccupata. «Sono ottimista: con i nostri partner, e lavorando insieme all’Onu, possiamo portare l’epidemia sotto controllo».
Leonard Berberi – Corriere della Sera – 13 agosto 2024